è un giorno speciale, il 29 febbraio. è il giorno che di solito non c'è, il giorno che c'è ogni tanto, l'appuntamento. è il giorno del compleanno di Olimpia, una ragazza speciale. non è solo speciale perché figlia di 2 miei carissimi amici ma anche perché è un'artista di cui condivido la visione (e siccome la visione non è la mia, mi sorprende vedere in azione qualcuno ben più capace di me con le immagini). ma non sono andato alla sua festa di compleanno!, forse perché sono un bambinone timido fuori tempo massimo o forse perché ero già stato a 2 vernissage e mi sembrava troppo aggiungerne un terzo, con tanti giovani anagrafici, visto che di solito finisco di lavorare alle 8 (nel senso di 20), o forse perché ai vernissage di cui sopra non ho bevuto né mangiato nulla perché "non voglio sembrare uno che va lì per mangiare e bere" (e ce n'erano tanti, caspita... il club dei "predatori della tartina" era ben attivo, soprattutto al secondo party).
sarà nuovamente il compleanno di Olimpia tra 4 anni, e non sono andato, tapino. perché? il gesto mancato mi ha fatto riflettere, mentre in casa mia mangiavo un piatto di verdure cinesi saltate con il ginger, già pronto nel frigo.
passa il tempo? sentiamo la differenza generazionale? cosa trasmettiamo e riceviamo tra diverse generazioni. mi torna in mente la spiegazione che Claudio, il mio compagno, ha dato del passaggio di consegne da parte di chi, come me, figli biologici non ne ha avuti.
disse una volta: "non è vero che non trasmettiamo! è che siamo su un'altra frequenza, usiamo altri modi. guarda Mae West: basta vederla -per chiunque di noi- per pensare che è una di noi. semplicemente è vissuta in un altro tempo... ma è nostra contemporanea! e non ci serve nessun aiuto per capire cosa vuol dire, anche senza stare a sentire quel che canta o dice. è come un messaggio nel tempo, tipo messaggio nella bottiglia. viaggia sui ricordi e le sensazioni anziché sulle onde, ma ops! ecco lì che la bottiglia è arrivata".
auguri Olimpia, questa felicità è tutta e solo per te, mentre scrivo da casa e tu starai festeggiando il compleanno davanti a torte invidiabili (slurp). è bello vedere passare il tempo, e non vogliamo fermarlo, come dice il bellissimo film In Time.
29 febbraio è la festa del tempo che va avanti come dice lui, ti sa sorprendere, non si fa vedere se non ha voglia.
insomma, è il compleanno di Olimpia.
mercoledì 29 febbraio 2012
giovedì 16 febbraio 2012
SANDIE SHAW, E COME SIAMO DIVENTATI EUROPEI.
da tanto tempo pensavo di scrivere pezzo, da quando avevo 7/8 anni. Ero un bambino ma amavo una cantante inglese, Sandie Shaw incondizionatamente.
è difficile spiegare oggi a chi non l'ha vista e vissuta, la differente situazione: non c'erano computer o telefonini ma un solo canale TV (forse due, di cui uno la TV della Svizzera Italiana), in bianco e nero. e noi eravamo lì pronti a percepire segnali dalla televisione.
l'idea di scrivere me l'ha data il post di un amico, Giovanbattista Brambilla fotografo valiente, su facebook. raccontava in modo divertito della sua partecipazione curiosa qualche anno fa ai funerali di Wanda Osiris e concludeva lamentando che certe situazioni e sensazioni (il perché o per come del divismo) è un po' difficile tramandarle "perché i gay pensano ad altro".
mentre i gay pensano ad altro, raccontiamo cosa provavamo noi quando da bambini intercettavamo sui teleschermi una scintilla di libertà assoluta: come Sandie Shaw.
si potrebbe dire che ho poi imparato l'inglese per la fascinazione subita dal suo personaggio quand'ero piccolo. amavo e amo quell'Inghilterra elegante, leggera, ironica e popolare: pop.
a me che sono milanese e avevo un padre operaio ma europeista già allora era molto facile capire quel feeling nordico che sapeva di libertà rispettosa e maliziosa insieme. per spiegartelo, te lo cantava in italiano come poteva e si aiutava con un look.
così in momenti speciali come il sabato sera o al Festival di Sanremo si magnetizzavano queste figure sul teleschermo, generalmente femminili, che ai nostri occhi raccontavano la vita da un altro prezioso punto di vista; traducevano col corpo e i gesti prima che noi avessimo imparato le lingue straniere. erano oltre a Sandie, Sylvie Vartan o Dalida francesi e Lola Falana la negra elegante come una tigre (non si diceva ancora "afroamericana" o "di colore"). arrivavano e cantavano non una canzone ma un intero repertorio in italiano!
era un onore, ti faceva sentire meno solo e meno isolato, in diretta con il futuro.
e Sandie Shaw -che oltre all'italiano si esibiva anche con successo in francese e in spagnolo- aveva dalla sua un mix di riservatezza educata e malizia visualizzate dal suo look distintivo che era diventato il suo nick di battaglia. era inconfondibile, "la cantante scalza".
ricordo che le donne giravano ancora vestite di nero dalla testa ai piedi per il lutto. cosa poteva vedere un bambino o una bambina italiana in questa ragazza che ballava con gli abiti leggeri, nella lingua di Stanlio e Ollio, a piedi nudi? conoscevo a memoria tutte le sue canzoni che la radio trasmetteva (o mia zia e mia cugina mi regalavano i 45 giri). e in quelle canzoni poi c'erano delle storie da seguire... non avevano sempre storie easy, e comunque bisognava "seguire la trama". una volta la Sandie invita e supplica l'amica di riprendersi il ragazzo che adesso sta con lei ma ama ancora l'altra, precedente nel tempo (Quello che tu pensi amica) ... è generosità o glielo sbologna indietro?. un'altra volta si scusa col fidanzato se il giorno dopo si deve incontrare con quello con cui lei stava prima ...si è dimenticata? chissà. ... ma rassicura il fidanzato che passerà il tempo a raccontare all'ex che ha un fidanzato nuovo ed è felice "in amore non esiste la pietà ... ma odio quello che farò domani" (Domani, una vera hit).
c'erano anche interessanti divergenze di tono tra una lingua e l'altra: Long Live Love inglese diventa ancora più edificante e ottimista Viva L'Amore con te ("Non so quando te ne andrai ma non te lo chiedo mai finchè sei vicino a me"). e in francese si trasforma in Pour Vu Que Ca Dure (Ammesso e non Concesso che Duri).
poi gli anni passano, crudeli per gl'ignoranti e un po' meno per noi e, come se la memoria della "cantante scalza" non bastasse, come ti ricompare la Sandra? omaggiata da Morrissey degli Smiths (guarda caso) riprende a cantare (con un 12"). continua, ritorna: e non è una dinosaura scongelata dai ghiacciai dell'indifferenza. era una sister, una cattiva maestra (supplente), un nucleo del nostro dissenso come maschi diversi che proiettavamo su queste attraenti e magiche icone di libertà. epifanie pagane.
qui il cerchio si chiude anzi si rinchiude il cerchietto con cui si legavano i capelli queste dive da un altro mondo, delle bombe ad orologeria formato famiglia. quanto ha fatto l'Eurovisione e la canzonetta per creare l'Europa unita, e per foraggiare questo censimento "gay" del divismo! (un motore dell'Europa che oggi invece alimenta il successo di Easyjet o altre linee aeree low costche favorisce i fidanzamenti tra uomini di nazioni diverse).
tanto per ricordare, la canzone preferita di Morrissey è "Heart", "Cuore" di Rita Pavone. è la cantante ragazzina si mise col suo manager, fece scandalo ed ha avuto la carriera troncata.
insomma abbiamo avuto un cuore che troppi non sanno o non ricordano di avere.
è difficile spiegare oggi a chi non l'ha vista e vissuta, la differente situazione: non c'erano computer o telefonini ma un solo canale TV (forse due, di cui uno la TV della Svizzera Italiana), in bianco e nero. e noi eravamo lì pronti a percepire segnali dalla televisione.
l'idea di scrivere me l'ha data il post di un amico, Giovanbattista Brambilla fotografo valiente, su facebook. raccontava in modo divertito della sua partecipazione curiosa qualche anno fa ai funerali di Wanda Osiris e concludeva lamentando che certe situazioni e sensazioni (il perché o per come del divismo) è un po' difficile tramandarle "perché i gay pensano ad altro".
mentre i gay pensano ad altro, raccontiamo cosa provavamo noi quando da bambini intercettavamo sui teleschermi una scintilla di libertà assoluta: come Sandie Shaw.
si potrebbe dire che ho poi imparato l'inglese per la fascinazione subita dal suo personaggio quand'ero piccolo. amavo e amo quell'Inghilterra elegante, leggera, ironica e popolare: pop.
a me che sono milanese e avevo un padre operaio ma europeista già allora era molto facile capire quel feeling nordico che sapeva di libertà rispettosa e maliziosa insieme. per spiegartelo, te lo cantava in italiano come poteva e si aiutava con un look.
così in momenti speciali come il sabato sera o al Festival di Sanremo si magnetizzavano queste figure sul teleschermo, generalmente femminili, che ai nostri occhi raccontavano la vita da un altro prezioso punto di vista; traducevano col corpo e i gesti prima che noi avessimo imparato le lingue straniere. erano oltre a Sandie, Sylvie Vartan o Dalida francesi e Lola Falana la negra elegante come una tigre (non si diceva ancora "afroamericana" o "di colore"). arrivavano e cantavano non una canzone ma un intero repertorio in italiano!
era un onore, ti faceva sentire meno solo e meno isolato, in diretta con il futuro.
e Sandie Shaw -che oltre all'italiano si esibiva anche con successo in francese e in spagnolo- aveva dalla sua un mix di riservatezza educata e malizia visualizzate dal suo look distintivo che era diventato il suo nick di battaglia. era inconfondibile, "la cantante scalza".
ricordo che le donne giravano ancora vestite di nero dalla testa ai piedi per il lutto. cosa poteva vedere un bambino o una bambina italiana in questa ragazza che ballava con gli abiti leggeri, nella lingua di Stanlio e Ollio, a piedi nudi? conoscevo a memoria tutte le sue canzoni che la radio trasmetteva (o mia zia e mia cugina mi regalavano i 45 giri). e in quelle canzoni poi c'erano delle storie da seguire... non avevano sempre storie easy, e comunque bisognava "seguire la trama". una volta la Sandie invita e supplica l'amica di riprendersi il ragazzo che adesso sta con lei ma ama ancora l'altra, precedente nel tempo (Quello che tu pensi amica) ... è generosità o glielo sbologna indietro?. un'altra volta si scusa col fidanzato se il giorno dopo si deve incontrare con quello con cui lei stava prima ...si è dimenticata? chissà. ... ma rassicura il fidanzato che passerà il tempo a raccontare all'ex che ha un fidanzato nuovo ed è felice "in amore non esiste la pietà ... ma odio quello che farò domani" (Domani, una vera hit).
c'erano anche interessanti divergenze di tono tra una lingua e l'altra: Long Live Love inglese diventa ancora più edificante e ottimista Viva L'Amore con te ("Non so quando te ne andrai ma non te lo chiedo mai finchè sei vicino a me"). e in francese si trasforma in Pour Vu Que Ca Dure (Ammesso e non Concesso che Duri).
poi gli anni passano, crudeli per gl'ignoranti e un po' meno per noi e, come se la memoria della "cantante scalza" non bastasse, come ti ricompare la Sandra? omaggiata da Morrissey degli Smiths (guarda caso) riprende a cantare (con un 12"). continua, ritorna: e non è una dinosaura scongelata dai ghiacciai dell'indifferenza. era una sister, una cattiva maestra (supplente), un nucleo del nostro dissenso come maschi diversi che proiettavamo su queste attraenti e magiche icone di libertà. epifanie pagane.
qui il cerchio si chiude anzi si rinchiude il cerchietto con cui si legavano i capelli queste dive da un altro mondo, delle bombe ad orologeria formato famiglia. quanto ha fatto l'Eurovisione e la canzonetta per creare l'Europa unita, e per foraggiare questo censimento "gay" del divismo! (un motore dell'Europa che oggi invece alimenta il successo di Easyjet o altre linee aeree low costche favorisce i fidanzamenti tra uomini di nazioni diverse).
tanto per ricordare, la canzone preferita di Morrissey è "Heart", "Cuore" di Rita Pavone. è la cantante ragazzina si mise col suo manager, fece scandalo ed ha avuto la carriera troncata.
insomma abbiamo avuto un cuore che troppi non sanno o non ricordano di avere.
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