lunedì 6 settembre 2010

YOKO O NO?

Yoko Ono è stata invitata lo scorso giugno al Festival della Pubblicità di Cannes, evento la cui rilevanza è ogni anno più sfuggente viste le trasformazioni di forma e contenuto della pubblicità nel gran mare della comunicazione. La pubblicità (mio campo di lavoro per una vita) non sa bene dove andare? Se questo porta a Yoko Ono e alla sua intelligenza guizzante, molto ben venga. Sono sempre stato suo fan dagli anni in cui conoscevo solo un'altra persona che aveva il coraggio di esserlo: Maurizio Vetrugno (artista valiente)*.

Yoko, 77 anni portati come vorrei portarli io (quando sarà il momento). Ha un record proprio per questo: è la più anziana tra le persone mai entrate nelle classifiche di vendita dei dischi, a oltre 70 anni con il remix dei Pet Shop Boys di Walking On Thin Ice, ultima canzone registrata con suo marito John alla chitarra.

La sciura Ono in veste di veggente ha dato la sua vision agli uomini della reklama lì presenti: "Ho sempre detto "il messaggio è il medium”, non “il medium è il messaggio”. C’è stato un tempo in cui la frase di Marshall McLuhan era corretta, perché il mondo andava in quella direzione, oggi i media confondono i messaggi, nulla appare più chiaro, i messaggi si perdono dentro ai media”, bisogna tornare all’immediatezza e alla semplicità”. Ma anche sì.

M'è tornato in mente il vaticinio tempo dopo -in uno di quei cortocircuiti che neanch'io so capire- leggendo la newsletter dell'esimia libreria Shake, cantiere della controcultura milanese. Parla di una mostra di scarpe firmate Vivienne Westwood a Selfridges, Londra per pubblicizzare Ribelli con stile. Un secolo di mode radicali, libro dell’artista underground Matteo Guarnaccia, che "...registra con ironia e incanto le tantissime scene creative giovanili – tra cui il punk – sviluppatesi nel Novecento in opposizione alla cultura mainstream."

Bisognerebbe come minimo cambiare l'ultima frase e scrivere "fino al Novecento"... Gli alternativi non s'accorgono che il punk è mainstream, anzi in vendita da Selfridges? Che non fai in tempo a dire o a fare una cosa che il consumismo se l'è già mangiata e te la ripropone come lifestyle?
Direi anzi che se i giovani fossero meno rintronati dalla tecnologia e cattivi come siamo stati noi da punk, ci menerebbero. Forse dal web in poi, non ci esisterà mai più overground e underground, ma solo povertà e ricchezza. E la ricchezza più grande è quella che dà la possibilità di studiare per avere una cultura personale, condivisa. Qualcosa da dire. E ritorno a Yoko Ono: Il messaggio è il medium.

* Sulla spiaggia di Riccione in un giugno o luglio degli anni 80 parlavo con Maurizio del coraggio di una copertina come quella dell'album "Season of Glass" con la foto degli occhiali portati da John Lennon il giorno in cui fu ucciso.
L'album uscì poco dopo e l'impatto fu forte e le semenze dette tante; a chi accusava la vedova Lennon di sciacallaggio (allucinante: i rompicazzo puristi "amanti dei Beatles" che forse pensavano di aver sposato loro John Lennon), Yoko spiegò con la sua sintesi che la controversa foto era per ricordare a tutti che John non era morto: era stato assassinato.
Di nuovo, il messaggio è il medium.

5 commenti:

  1. e bravo, bellissimo post...
    e bentornato
    un abbraccio forte
    vito
    p.s. non farti desiderare...posta, posta chè il il messaggio è il medium!

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  2. Descubrí a Yoko Ono como artista (no como figura mediática) investigando hace años la influencia de la arquitectura en los sentidos, y al revés. Eso me llevó, de una cosa a otroa,hasta la experiencia "Fluxus", y a sus conexiones con Yoko, Joseph Beuys, Archigram, el nomadismo en la arquitectura,etc (todo muy interconectado). Se puede decir que fue muy difícil poner en práctica todo ello pero algo se pudo hacer y fue muy satisfactorio, algún dia te lo contaré en italiano, cuando sea capaz!!

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  4. pero lo lees muy bien ya! a mi lo que encanta de Yoko, ademas de que "me guste" o "que sea una gran artista" es su precision, su determinacion su "sencillez aristocratica". woman is the nigger of the world, etc.

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