lunedì 15 novembre 2010

ALTRO CHE PORCELLANA.

Ho fatto doppietta dello stesso attore, e dopo "Mammouth" ho visto "Potiche, La Bella Statuina", ultima opera dell'inquieto, poliedrico, polimorfo e perverso François Ozon.
Depardieu anche qui è tanto bravo quanto fisicamente immenso, nei panni del deputato comunista (grazie allo spot prima del film ho visto che è bravo anche in pubblicità e d'ora in poi consumerò Cirio).
Ma in "Potiche" gli tiene testa, e lo batte, Catherine Deneuve, la Marianna regina del mondo laico che ha per capitale Parigi, che mi piace ricordare è stata compagna di Marcello Mastroianni.
Icona lesbica e gay (2 cose molto difficili da avere insieme), donna che vive nel suo arrondisement protetta da vicini di casa e bottegai contro l'invadenza di media e paparazzi e in un'intervista a Venezia risponde al giornalista che le chiede se si sente una privilegiate "già mi vergogno di doverle concedere l'intervista su questa terrazza".
Seguo Ozon dal suo primo cortometraggio "Une robe d'eté" e dall'inquieto "Sitcom": trovo che sia un maestro al di sopra dei generi cinematografici che scavalca, unisce e deride per fare film molto personali.
In "Potiche" vediamo un lavoro di analisi sull'intelligenza femminile, o se dovessi parafrasare Fiorella Mannoia "Quello che le donne fanno finta di non capire". Eppure non c'è niente di non detto. Il paradosso del camp e del surreale entra nella trama di un film borghese per completare e demistificare la realtà (come succede anche in "Mammouth", l'altro film con Depardiaeu protagonista attualmente sugli schermi, ma in modo più bonario).
Ne viene fuori un film storico sull'arrivo nella società del potere femminile, in modo molto inaspettato. Racconta una Margaret Thatcher con l'intelligenza di Vivienne Westwood e la voce di Mirelle Mathieu. Qualcosa che solo in Francia si può avere, volendolo.
François Ozon è un caso unico, un autore apertamente, radicalmente, evidentemente gay anche quando non tratta un tema gay. Porta a ingrediente quel certo non so che, il segreto pubblico, l'amore che non osa pronunciare il suo nome, la bugia che dice la verità etc.
Rainer Werner Fassbinder potrebbe amare, Pedro Almodovar ha molto da invidiare.

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