sabato 1 dicembre 2012
SOLI, E MALE ACCOMPAGNATI.
scrivevo questa mattina a Marco Mori, presidente dell'Arci Gay milanese che lo stato della consapevolezza / prevenzione AIDS è moolto critico. riassumendo senza retorica (dovessi spiegarlo a un selenita) l'AIDS è stato oltre che un virus un attacco senza precedenti alla dignità dell'amore sessuato (eri colpevole perché avevi goduto del tuo corpo!).
è stata la demolizione della dignità individuale. eri esposto al pubblico, indifeso, vilipeso o compatito. e in questo ha colpito al massimo -come se non fossero colpiti già abbastanza- gli omosessuali maschi. è stata la fine di ogni privacy: eri colpevole e compatito perché l'avevi preso nel buco del culo. lo dicevano autorità come Ronald Reagan -Presidente degli Stati Uniti- o il Papa Giovanni Paolo II -un polacco sessuofobo- con tutta la sua corte di moralisti mentecatti tra cui il Ministri della Repubblica Italiana.
ma il diavolo non è cattivo come lo dipingono i depressi e ci ha aiutato a trovare il coperchio. per una forma di compassione (nel senso etimologico della parola) la crisi degli amici morti (quanti ne abbiamo avuti) si è trasformata in un'opportunità di umanità.
tra funerali ed elaborazione del lutto insieme a tutti le donne e gli uomini col cervello attaccato al corpo siamo diventati "cittadini". e si è scoperto che anche tra gli "omosessuali" molti non vivono solo di rapporti genitali ininterrotti.
nel frattempo però è arrivata la "cura" ossia la triterapia e l'AIDS si è trasformato in una malattia individuale, tipo diabete o epatite. questo è successo per interesse della case farmaceutiche visto che nei paesi ricchi con questo fanno soldi a palate. ma l'AIDS è diventato una cosa normale, come se prendere 85 pastiglie al giorno e avere effetti collaterali spaventosi fosse cosa normale.
l'individualità dell'uomosessuale era di nuovo preservata. magari per andare nei sex club a scopare a vanvera per mancanza di meglio o per assenza di autostima.
peggio ancora è stato per i ggiovani con il ritorno nell'armadio e all'individualismo favorito da internet, smartphone, app eccetera eccetera per cui niente è più pubblico, tutto è individuale. almeno moriremo ciascuno nel rispetto della privacy.
ma non basta, in Italia il danno non vale niente se non arriva anche la beffa. mentre in America si apre al matrimonio egualitario e in Italia si boccia una legge contro l'omofobia o si suicida un ragazzo che portava i pantaloni rosa. e arriva anche nel 2012 la Giornata Mondiale di Consapevolezza AIDS.
ecco la campagna d'informazione gestita per un solo giorno (fufiu!) dal Governo Tecnico. pubblicata sui quotidiani che i ggiovani non leggeranno mai, e testimoni sono un gruppo di zii e di zie insignificanti. come stupirsi? questi del Governo non trombano dal '57 (se l'hanno mai fatto). e dobbiamo reagire tutti insieme. certo. ma è più divertente farlo con un'orgia.
sabato 17 marzo 2012
LA PAROLA COME ARMA DI MORTE.
il mondo è in crisi per la confusione sistematica di bugia e verità, alcune nazioni più colpite di altre, e su alcuni argomenti più di altri. è un effetto collaterale dei media e anche del web.
ed è sempre stato così, la pratica della menzogna è vecchia quanto l'umanità ma certo adesso il numero di specchi che riflettono il pensiero pulito o l'opinione, è soverchiato dal numero di specchi che riflettono cazzate e bugie e capovolgimenti della verità.
il controllo politico ha sempre manipolato: con notizie false, fotomontaggi che aggiungevano o toglievano persone dalle fotografie, ma certo la TV e l'illusione di verità che dà (come uno specchio al rovescio vediamo un mondo che sembra vero anche se è una messa in scena) fa danni immensi.
tutto il mondo è vittima di bugie: basta vedere l'omissione d'informazione di cui è colpevole il governo giapponese nel dopo Fukushima. e l'America aperta che con Bush che ha dovuto subire la guerra d'Iraq, salvo poi ribellarsi e mettere Barack Obama a tentare una soluzione più decente di capitalismo?
ma l'Italia è messa male male di suo. Berlusconi e la sua macchina della menzogna sono un danno immenso per un paese con uno scarso senso d'identità, diviso da forti istinti territoriali, poco propenso all'impegno civico.
anzi, viene da pensare che la P2 e i nemici della libertà democratica -alleati con le mafie, il Vaticano e gl'industriali incapaci- sono riusciti con l'inquinamento dell'informazione e il varieté usato come narcotico ad arrivare dove non sono riuscite la Strategia della Tensione, le bombe nelle banche, sui treni e nelle stazioni (con il sostegno di presunti pericoli -forse anche aiutati- come le BR).
adesso siamo nell'era del web: dà nuove possibilità di comunicazione e ridimensiona il potere assoluto della TV. e il fenomeno di Wikileaks ha davvero preoccupato i potenti, non più in grado di gestire una controinformazione diffusa, quella che ha portato -per esempio- alla Primavera Araba, cioè alla rivolta di giovani che vogliono essere finalmente cittadini e non più vittime di dittatori o maniaci religiosi... giovani uomini e donne "occidentalizzati", magari uccisi e repressi anche dal governo successivo (vedi Egitto).
in Italia ad esempio il web ha permesso la vittoria a Milano del Sindaco Pisapia e la liberazione dal giogo di noia, sopruso e ladrocinio della giunta Moratti.
proprio Milano -città aperta- era diventata la capitale dei pagliacci eleganti e cattivi, degli ubriaconi da bar brianzolo o dei ciellini che predicano Gesù per fare i soldi, della depressione travestita da happy-hour. li abbiamo cacciati, e così è successo a Napoli a Cagliari e in altre tante città. costringendo al confronto una "sinistra" politica (davvero sinistra) connivente, corrotta, tonta, burocratica, affarista che a questa "destra" fa buona compagnia e poca opposizione. ok, sembra già una tragedia.
ma non basta. qualche giorno fa Berlusconi ha fatto un discorso sui "politicanti vecchi" che confondono la testa alle persone (senti chi parla!).
dice che lui capisce e appoggia la libertà del web, l'energia che il web esprime, la voglia di liberarsi da vecchi legami e condizionamenti. evidentemente il Vecchio Satiro sa che dal web può venirgli qualche fastidio, e cerca di confondere le carte come può, cercando di entrare anche in quel gioco. oltretutto la pattumiera di appoggio nel web non gli mancherà: anche lì il varieté può essere stimolato con qualche successo per riuscire a parlare di tutto tranne che di cose rilevanti e della realtà.
del resto le destre hanno tanto tempo libero: li paghiamo per non fare niente e per lasciar fare al governo "tecnico" di Monti il lavoro sporco, ossia tutto quello che non hanno avuto il coraggio di fare in anni e anni, dovendo accontentare la moglie ubriaca, avere la botte piena, dar ragione agli astemi e bevendo champagne.
a proposito di modi vergognosi con cui occupano il tempo libero, è interessante vedere come gli omosessuali (o il diritto delle coppie non tradizionali) siano un argomento tirato in ballo alla cialtrona: lavorare sugli istinti e sull'ignoranza è facile, facile moralismo per gettare sabbia negli occhi. sempre sembrerebbe il peggio. no, c'è ancora di più.
il meccanismo è esattamente lo stesso da anni: tirare sempre più la qualità verso il basso, com'è stato far confondere i cantanti di serie B della Mediaset con Mina o De Gregori oppure ex presentatori/attori della TV pubblica (Corrado, Vianello, la Mondaini) passati a Berlusconi con le televendite, Giorgio Mastrota, Sgarbi, Ferrara, Simona Ventura e reality show per trasformare la TV pubblica nella pattumiera.
il degrado non finisce mai, anzi lo si aiuta: tanto sarà sempre avvantaggiato chi ha posizioni di controllo. la Chiesa, per esempio. e con un Papa che detesta i gay e non aveva nulla da dire contro il bunga-bunga, Berlusconi o la Lega Nord hanno fatto di tutto per infilarsi dove potevano e diventare così un enorme cuneo che renderà impossibile per anni qualsiasi civiltà e progresso, cancellando i processi, ma soprattutto DISTRUGGENDO IL SENSO COMUNE.
qualche giorno fa tale Luca d'Alessandro, un "Onorevole" e Capo Ufficio Stampa del Partito della Libertà (uso davvero singolare della parola Libertà) ha twittato una battuta che qualche ora dopo il twitter ufficiale del PdL ha avuto piacere di riprendere e amplificare, da quanto era umoristica e divertente (per loro). per criticare 2 avversari politici o di opinione, il signor d'Alessandro ha scritto "La miglior accoppiata politico-giudiziaria in Italia? Bocchino con Ingroia".
il linguaggio per distruggere il senso comune e riportare il mondo nelle caverne, quello delle loro misere ossessioni sessuali.
ed è sempre stato così, la pratica della menzogna è vecchia quanto l'umanità ma certo adesso il numero di specchi che riflettono il pensiero pulito o l'opinione, è soverchiato dal numero di specchi che riflettono cazzate e bugie e capovolgimenti della verità.
il controllo politico ha sempre manipolato: con notizie false, fotomontaggi che aggiungevano o toglievano persone dalle fotografie, ma certo la TV e l'illusione di verità che dà (come uno specchio al rovescio vediamo un mondo che sembra vero anche se è una messa in scena) fa danni immensi.
tutto il mondo è vittima di bugie: basta vedere l'omissione d'informazione di cui è colpevole il governo giapponese nel dopo Fukushima. e l'America aperta che con Bush che ha dovuto subire la guerra d'Iraq, salvo poi ribellarsi e mettere Barack Obama a tentare una soluzione più decente di capitalismo?
ma l'Italia è messa male male di suo. Berlusconi e la sua macchina della menzogna sono un danno immenso per un paese con uno scarso senso d'identità, diviso da forti istinti territoriali, poco propenso all'impegno civico.
anzi, viene da pensare che la P2 e i nemici della libertà democratica -alleati con le mafie, il Vaticano e gl'industriali incapaci- sono riusciti con l'inquinamento dell'informazione e il varieté usato come narcotico ad arrivare dove non sono riuscite la Strategia della Tensione, le bombe nelle banche, sui treni e nelle stazioni (con il sostegno di presunti pericoli -forse anche aiutati- come le BR).
adesso siamo nell'era del web: dà nuove possibilità di comunicazione e ridimensiona il potere assoluto della TV. e il fenomeno di Wikileaks ha davvero preoccupato i potenti, non più in grado di gestire una controinformazione diffusa, quella che ha portato -per esempio- alla Primavera Araba, cioè alla rivolta di giovani che vogliono essere finalmente cittadini e non più vittime di dittatori o maniaci religiosi... giovani uomini e donne "occidentalizzati", magari uccisi e repressi anche dal governo successivo (vedi Egitto).
in Italia ad esempio il web ha permesso la vittoria a Milano del Sindaco Pisapia e la liberazione dal giogo di noia, sopruso e ladrocinio della giunta Moratti.
proprio Milano -città aperta- era diventata la capitale dei pagliacci eleganti e cattivi, degli ubriaconi da bar brianzolo o dei ciellini che predicano Gesù per fare i soldi, della depressione travestita da happy-hour. li abbiamo cacciati, e così è successo a Napoli a Cagliari e in altre tante città. costringendo al confronto una "sinistra" politica (davvero sinistra) connivente, corrotta, tonta, burocratica, affarista che a questa "destra" fa buona compagnia e poca opposizione. ok, sembra già una tragedia.
ma non basta. qualche giorno fa Berlusconi ha fatto un discorso sui "politicanti vecchi" che confondono la testa alle persone (senti chi parla!).
dice che lui capisce e appoggia la libertà del web, l'energia che il web esprime, la voglia di liberarsi da vecchi legami e condizionamenti. evidentemente il Vecchio Satiro sa che dal web può venirgli qualche fastidio, e cerca di confondere le carte come può, cercando di entrare anche in quel gioco. oltretutto la pattumiera di appoggio nel web non gli mancherà: anche lì il varieté può essere stimolato con qualche successo per riuscire a parlare di tutto tranne che di cose rilevanti e della realtà.
del resto le destre hanno tanto tempo libero: li paghiamo per non fare niente e per lasciar fare al governo "tecnico" di Monti il lavoro sporco, ossia tutto quello che non hanno avuto il coraggio di fare in anni e anni, dovendo accontentare la moglie ubriaca, avere la botte piena, dar ragione agli astemi e bevendo champagne.
a proposito di modi vergognosi con cui occupano il tempo libero, è interessante vedere come gli omosessuali (o il diritto delle coppie non tradizionali) siano un argomento tirato in ballo alla cialtrona: lavorare sugli istinti e sull'ignoranza è facile, facile moralismo per gettare sabbia negli occhi. sempre sembrerebbe il peggio. no, c'è ancora di più.
il meccanismo è esattamente lo stesso da anni: tirare sempre più la qualità verso il basso, com'è stato far confondere i cantanti di serie B della Mediaset con Mina o De Gregori oppure ex presentatori/attori della TV pubblica (Corrado, Vianello, la Mondaini) passati a Berlusconi con le televendite, Giorgio Mastrota, Sgarbi, Ferrara, Simona Ventura e reality show per trasformare la TV pubblica nella pattumiera.
il degrado non finisce mai, anzi lo si aiuta: tanto sarà sempre avvantaggiato chi ha posizioni di controllo. la Chiesa, per esempio. e con un Papa che detesta i gay e non aveva nulla da dire contro il bunga-bunga, Berlusconi o la Lega Nord hanno fatto di tutto per infilarsi dove potevano e diventare così un enorme cuneo che renderà impossibile per anni qualsiasi civiltà e progresso, cancellando i processi, ma soprattutto DISTRUGGENDO IL SENSO COMUNE.
qualche giorno fa tale Luca d'Alessandro, un "Onorevole" e Capo Ufficio Stampa del Partito della Libertà (uso davvero singolare della parola Libertà) ha twittato una battuta che qualche ora dopo il twitter ufficiale del PdL ha avuto piacere di riprendere e amplificare, da quanto era umoristica e divertente (per loro). per criticare 2 avversari politici o di opinione, il signor d'Alessandro ha scritto "La miglior accoppiata politico-giudiziaria in Italia? Bocchino con Ingroia".
il linguaggio per distruggere il senso comune e riportare il mondo nelle caverne, quello delle loro misere ossessioni sessuali.
mercoledì 29 febbraio 2012
IL COMPLEANNO DI OLIMPIA.
è un giorno speciale, il 29 febbraio. è il giorno che di solito non c'è, il giorno che c'è ogni tanto, l'appuntamento. è il giorno del compleanno di Olimpia, una ragazza speciale. non è solo speciale perché figlia di 2 miei carissimi amici ma anche perché è un'artista di cui condivido la visione (e siccome la visione non è la mia, mi sorprende vedere in azione qualcuno ben più capace di me con le immagini). ma non sono andato alla sua festa di compleanno!, forse perché sono un bambinone timido fuori tempo massimo o forse perché ero già stato a 2 vernissage e mi sembrava troppo aggiungerne un terzo, con tanti giovani anagrafici, visto che di solito finisco di lavorare alle 8 (nel senso di 20), o forse perché ai vernissage di cui sopra non ho bevuto né mangiato nulla perché "non voglio sembrare uno che va lì per mangiare e bere" (e ce n'erano tanti, caspita... il club dei "predatori della tartina" era ben attivo, soprattutto al secondo party).
sarà nuovamente il compleanno di Olimpia tra 4 anni, e non sono andato, tapino. perché? il gesto mancato mi ha fatto riflettere, mentre in casa mia mangiavo un piatto di verdure cinesi saltate con il ginger, già pronto nel frigo.
passa il tempo? sentiamo la differenza generazionale? cosa trasmettiamo e riceviamo tra diverse generazioni. mi torna in mente la spiegazione che Claudio, il mio compagno, ha dato del passaggio di consegne da parte di chi, come me, figli biologici non ne ha avuti.
disse una volta: "non è vero che non trasmettiamo! è che siamo su un'altra frequenza, usiamo altri modi. guarda Mae West: basta vederla -per chiunque di noi- per pensare che è una di noi. semplicemente è vissuta in un altro tempo... ma è nostra contemporanea! e non ci serve nessun aiuto per capire cosa vuol dire, anche senza stare a sentire quel che canta o dice. è come un messaggio nel tempo, tipo messaggio nella bottiglia. viaggia sui ricordi e le sensazioni anziché sulle onde, ma ops! ecco lì che la bottiglia è arrivata".
auguri Olimpia, questa felicità è tutta e solo per te, mentre scrivo da casa e tu starai festeggiando il compleanno davanti a torte invidiabili (slurp). è bello vedere passare il tempo, e non vogliamo fermarlo, come dice il bellissimo film In Time.
29 febbraio è la festa del tempo che va avanti come dice lui, ti sa sorprendere, non si fa vedere se non ha voglia.
insomma, è il compleanno di Olimpia.
sarà nuovamente il compleanno di Olimpia tra 4 anni, e non sono andato, tapino. perché? il gesto mancato mi ha fatto riflettere, mentre in casa mia mangiavo un piatto di verdure cinesi saltate con il ginger, già pronto nel frigo.
passa il tempo? sentiamo la differenza generazionale? cosa trasmettiamo e riceviamo tra diverse generazioni. mi torna in mente la spiegazione che Claudio, il mio compagno, ha dato del passaggio di consegne da parte di chi, come me, figli biologici non ne ha avuti.
disse una volta: "non è vero che non trasmettiamo! è che siamo su un'altra frequenza, usiamo altri modi. guarda Mae West: basta vederla -per chiunque di noi- per pensare che è una di noi. semplicemente è vissuta in un altro tempo... ma è nostra contemporanea! e non ci serve nessun aiuto per capire cosa vuol dire, anche senza stare a sentire quel che canta o dice. è come un messaggio nel tempo, tipo messaggio nella bottiglia. viaggia sui ricordi e le sensazioni anziché sulle onde, ma ops! ecco lì che la bottiglia è arrivata".
auguri Olimpia, questa felicità è tutta e solo per te, mentre scrivo da casa e tu starai festeggiando il compleanno davanti a torte invidiabili (slurp). è bello vedere passare il tempo, e non vogliamo fermarlo, come dice il bellissimo film In Time.
29 febbraio è la festa del tempo che va avanti come dice lui, ti sa sorprendere, non si fa vedere se non ha voglia.
insomma, è il compleanno di Olimpia.
giovedì 16 febbraio 2012
SANDIE SHAW, E COME SIAMO DIVENTATI EUROPEI.
da tanto tempo pensavo di scrivere pezzo, da quando avevo 7/8 anni. Ero un bambino ma amavo una cantante inglese, Sandie Shaw incondizionatamente.
è difficile spiegare oggi a chi non l'ha vista e vissuta, la differente situazione: non c'erano computer o telefonini ma un solo canale TV (forse due, di cui uno la TV della Svizzera Italiana), in bianco e nero. e noi eravamo lì pronti a percepire segnali dalla televisione.
l'idea di scrivere me l'ha data il post di un amico, Giovanbattista Brambilla fotografo valiente, su facebook. raccontava in modo divertito della sua partecipazione curiosa qualche anno fa ai funerali di Wanda Osiris e concludeva lamentando che certe situazioni e sensazioni (il perché o per come del divismo) è un po' difficile tramandarle "perché i gay pensano ad altro".
mentre i gay pensano ad altro, raccontiamo cosa provavamo noi quando da bambini intercettavamo sui teleschermi una scintilla di libertà assoluta: come Sandie Shaw.
si potrebbe dire che ho poi imparato l'inglese per la fascinazione subita dal suo personaggio quand'ero piccolo. amavo e amo quell'Inghilterra elegante, leggera, ironica e popolare: pop.
a me che sono milanese e avevo un padre operaio ma europeista già allora era molto facile capire quel feeling nordico che sapeva di libertà rispettosa e maliziosa insieme. per spiegartelo, te lo cantava in italiano come poteva e si aiutava con un look.
così in momenti speciali come il sabato sera o al Festival di Sanremo si magnetizzavano queste figure sul teleschermo, generalmente femminili, che ai nostri occhi raccontavano la vita da un altro prezioso punto di vista; traducevano col corpo e i gesti prima che noi avessimo imparato le lingue straniere. erano oltre a Sandie, Sylvie Vartan o Dalida francesi e Lola Falana la negra elegante come una tigre (non si diceva ancora "afroamericana" o "di colore"). arrivavano e cantavano non una canzone ma un intero repertorio in italiano!
era un onore, ti faceva sentire meno solo e meno isolato, in diretta con il futuro.
e Sandie Shaw -che oltre all'italiano si esibiva anche con successo in francese e in spagnolo- aveva dalla sua un mix di riservatezza educata e malizia visualizzate dal suo look distintivo che era diventato il suo nick di battaglia. era inconfondibile, "la cantante scalza".
ricordo che le donne giravano ancora vestite di nero dalla testa ai piedi per il lutto. cosa poteva vedere un bambino o una bambina italiana in questa ragazza che ballava con gli abiti leggeri, nella lingua di Stanlio e Ollio, a piedi nudi? conoscevo a memoria tutte le sue canzoni che la radio trasmetteva (o mia zia e mia cugina mi regalavano i 45 giri). e in quelle canzoni poi c'erano delle storie da seguire... non avevano sempre storie easy, e comunque bisognava "seguire la trama". una volta la Sandie invita e supplica l'amica di riprendersi il ragazzo che adesso sta con lei ma ama ancora l'altra, precedente nel tempo (Quello che tu pensi amica) ... è generosità o glielo sbologna indietro?. un'altra volta si scusa col fidanzato se il giorno dopo si deve incontrare con quello con cui lei stava prima ...si è dimenticata? chissà. ... ma rassicura il fidanzato che passerà il tempo a raccontare all'ex che ha un fidanzato nuovo ed è felice "in amore non esiste la pietà ... ma odio quello che farò domani" (Domani, una vera hit).
c'erano anche interessanti divergenze di tono tra una lingua e l'altra: Long Live Love inglese diventa ancora più edificante e ottimista Viva L'Amore con te ("Non so quando te ne andrai ma non te lo chiedo mai finchè sei vicino a me"). e in francese si trasforma in Pour Vu Que Ca Dure (Ammesso e non Concesso che Duri).
poi gli anni passano, crudeli per gl'ignoranti e un po' meno per noi e, come se la memoria della "cantante scalza" non bastasse, come ti ricompare la Sandra? omaggiata da Morrissey degli Smiths (guarda caso) riprende a cantare (con un 12"). continua, ritorna: e non è una dinosaura scongelata dai ghiacciai dell'indifferenza. era una sister, una cattiva maestra (supplente), un nucleo del nostro dissenso come maschi diversi che proiettavamo su queste attraenti e magiche icone di libertà. epifanie pagane.
qui il cerchio si chiude anzi si rinchiude il cerchietto con cui si legavano i capelli queste dive da un altro mondo, delle bombe ad orologeria formato famiglia. quanto ha fatto l'Eurovisione e la canzonetta per creare l'Europa unita, e per foraggiare questo censimento "gay" del divismo! (un motore dell'Europa che oggi invece alimenta il successo di Easyjet o altre linee aeree low costche favorisce i fidanzamenti tra uomini di nazioni diverse).
tanto per ricordare, la canzone preferita di Morrissey è "Heart", "Cuore" di Rita Pavone. è la cantante ragazzina si mise col suo manager, fece scandalo ed ha avuto la carriera troncata.
insomma abbiamo avuto un cuore che troppi non sanno o non ricordano di avere.
è difficile spiegare oggi a chi non l'ha vista e vissuta, la differente situazione: non c'erano computer o telefonini ma un solo canale TV (forse due, di cui uno la TV della Svizzera Italiana), in bianco e nero. e noi eravamo lì pronti a percepire segnali dalla televisione.
l'idea di scrivere me l'ha data il post di un amico, Giovanbattista Brambilla fotografo valiente, su facebook. raccontava in modo divertito della sua partecipazione curiosa qualche anno fa ai funerali di Wanda Osiris e concludeva lamentando che certe situazioni e sensazioni (il perché o per come del divismo) è un po' difficile tramandarle "perché i gay pensano ad altro".
mentre i gay pensano ad altro, raccontiamo cosa provavamo noi quando da bambini intercettavamo sui teleschermi una scintilla di libertà assoluta: come Sandie Shaw.
si potrebbe dire che ho poi imparato l'inglese per la fascinazione subita dal suo personaggio quand'ero piccolo. amavo e amo quell'Inghilterra elegante, leggera, ironica e popolare: pop.
a me che sono milanese e avevo un padre operaio ma europeista già allora era molto facile capire quel feeling nordico che sapeva di libertà rispettosa e maliziosa insieme. per spiegartelo, te lo cantava in italiano come poteva e si aiutava con un look.
così in momenti speciali come il sabato sera o al Festival di Sanremo si magnetizzavano queste figure sul teleschermo, generalmente femminili, che ai nostri occhi raccontavano la vita da un altro prezioso punto di vista; traducevano col corpo e i gesti prima che noi avessimo imparato le lingue straniere. erano oltre a Sandie, Sylvie Vartan o Dalida francesi e Lola Falana la negra elegante come una tigre (non si diceva ancora "afroamericana" o "di colore"). arrivavano e cantavano non una canzone ma un intero repertorio in italiano!
era un onore, ti faceva sentire meno solo e meno isolato, in diretta con il futuro.
e Sandie Shaw -che oltre all'italiano si esibiva anche con successo in francese e in spagnolo- aveva dalla sua un mix di riservatezza educata e malizia visualizzate dal suo look distintivo che era diventato il suo nick di battaglia. era inconfondibile, "la cantante scalza".
ricordo che le donne giravano ancora vestite di nero dalla testa ai piedi per il lutto. cosa poteva vedere un bambino o una bambina italiana in questa ragazza che ballava con gli abiti leggeri, nella lingua di Stanlio e Ollio, a piedi nudi? conoscevo a memoria tutte le sue canzoni che la radio trasmetteva (o mia zia e mia cugina mi regalavano i 45 giri). e in quelle canzoni poi c'erano delle storie da seguire... non avevano sempre storie easy, e comunque bisognava "seguire la trama". una volta la Sandie invita e supplica l'amica di riprendersi il ragazzo che adesso sta con lei ma ama ancora l'altra, precedente nel tempo (Quello che tu pensi amica) ... è generosità o glielo sbologna indietro?. un'altra volta si scusa col fidanzato se il giorno dopo si deve incontrare con quello con cui lei stava prima ...si è dimenticata? chissà. ... ma rassicura il fidanzato che passerà il tempo a raccontare all'ex che ha un fidanzato nuovo ed è felice "in amore non esiste la pietà ... ma odio quello che farò domani" (Domani, una vera hit).
c'erano anche interessanti divergenze di tono tra una lingua e l'altra: Long Live Love inglese diventa ancora più edificante e ottimista Viva L'Amore con te ("Non so quando te ne andrai ma non te lo chiedo mai finchè sei vicino a me"). e in francese si trasforma in Pour Vu Que Ca Dure (Ammesso e non Concesso che Duri).
poi gli anni passano, crudeli per gl'ignoranti e un po' meno per noi e, come se la memoria della "cantante scalza" non bastasse, come ti ricompare la Sandra? omaggiata da Morrissey degli Smiths (guarda caso) riprende a cantare (con un 12"). continua, ritorna: e non è una dinosaura scongelata dai ghiacciai dell'indifferenza. era una sister, una cattiva maestra (supplente), un nucleo del nostro dissenso come maschi diversi che proiettavamo su queste attraenti e magiche icone di libertà. epifanie pagane.
qui il cerchio si chiude anzi si rinchiude il cerchietto con cui si legavano i capelli queste dive da un altro mondo, delle bombe ad orologeria formato famiglia. quanto ha fatto l'Eurovisione e la canzonetta per creare l'Europa unita, e per foraggiare questo censimento "gay" del divismo! (un motore dell'Europa che oggi invece alimenta il successo di Easyjet o altre linee aeree low costche favorisce i fidanzamenti tra uomini di nazioni diverse).
tanto per ricordare, la canzone preferita di Morrissey è "Heart", "Cuore" di Rita Pavone. è la cantante ragazzina si mise col suo manager, fece scandalo ed ha avuto la carriera troncata.
insomma abbiamo avuto un cuore che troppi non sanno o non ricordano di avere.
domenica 29 gennaio 2012
BARACK SINGS GAGA.
straordinario lavoro di baracksdubs, vorrei averlo fatto io. sviluppa e gioca con l'affettuosa affermazione del Presidente degli Stati Uniti: considera leader della causa LGBT XYZ Miss Germanotta, ossia Lady Gaga.
giovedì 26 gennaio 2012
FASHION BOMBS.
interessante querelle con sorpresa (per me). leggo che su Elle France è comparso un articolo. diceva, più o meno, che la presenza elegante degli Obama alla Casa Bianca, "autorizzava" e spingeva all'emulazione chic la comunità afroamericana, facendole superare l'obbligo allo streetwear come qualifica d'eleganza. bene, è scoppiato il finimondo: quel che a me sembrava una sottolineatura di cattivo gusto, chic maldestro finito in maleducazione - ma perdonabile - ha mandato fuori dai gangheri molti.
per me è stata l'occasione di una lezione di vita, che voglio condividere. il clic è stato quando ho letto su Fashion Bomb Daily il commento tagliente di una giornalista, Claire Sulmers: "ecco cosa succede quando non hai gente di colore in redazione".
elegantissimo come un colpo di spazzola, come un magico scatto con la testa di Raffaella Carrà negli anni '70. "Dear Magazines: This is what happens when there are no black people on staff. It’s really crazy to think this woman believed black people, particularly African Americans, didn’t start ‘dressing up’ until Michelle Obama. This poor journalist clearly didn’t do any research at all; didn’t see the impact of the Supremes and Diana Ross in the 50′s, 60′s, and 70′s (...). We are not one monolithic group to be written about like zoo animals."
Claire mi ha fatto sentire un lumbard provinciale, uno sprovveduto. E mi ha confermato la potenza d'intelligenza delle donne. ho scoperto poi -celebrazione su celebrazione- che tipo è la Claire, che sfoggia una B.A. magna cum laude with highest honors in Romance Languages and Literatures and African-American studies from Harvard University.
uomo avvisato mezzo salvato. e grazie, Claire.
Elle ha rimosso l'articolo dal web. Oups.
venerdì 6 gennaio 2012
MEET THE ROSES.
voglio raccontare una storia piccola, qualcosa che è successo e continua a farmi pensare.
giovedì 5 gennaio sera, ore 19 circa. Milano. freddo vero, aspetto il tram 14 alla fermata di piazzale Resistenza Partigiana. è l'ultima sera di lavoro, il rientro a casa dal lavoro prima del grande ponte dell'Epifania. si avvicina una ragazzo giovane (sotto i 30, poteva essere indiano o pachistano) che vende le rose. naturalmente non mi servono rose, ed ero anche impegnato a mettere a posto il mio iPhone. però lo guardo negli occhi e sorrido. penso anche sia bello. non è il mio tipo o che... ma colpisce. per il suo gruppo etnico (corporatura minuta e piccolo di statura) è molto bello, dignitoso, persino stiloso nella sua educazione.
non so come attacca discorso e mi dice molto naturalmente, come fossi un amico e stesse confermandomelo, che è del Bangla Desh. siccome non posso troncare lì (sta parlandomi) e non distolgo l'attenzione, tenta di vendermi la rosa. dice senza patetismo, in tono molto neutro "eh, ho bisogno anch'io di mangiare il pane. prendine una. per la tua ragazza. ragazza." e per vincere la mia indifferenza (avevo una faccia tipo "boh"), continua gentile "non hai una ragazza?".
ci penso su un attimo, mi rendo conto che questa è un'occasione di vero incontro (sguardo negli occhi = interesse reciproco) tra persone con 2 storie e vite diversissime. dice bene Antonella, la mia Dottoressa, non serve integrazione ma interazione.
rispondo con altrettanto tono neutro, come se niente fosse e come se lui fosse mio amico "no ragazza. ragazzo" (dunque la rosa non mi serve). lui riflette un attimo dondolando la testa come fanno le persone di quell'area geografica per esprimere un "sto ragionando" (tipo Peter Sellers in Hollywood Party, per intenderci). mi guarda e io ripeto "no ragazza, ragazzo". lui capisce che il romanticismo non è il punto "ah, ragazzo". e d'un colpo "ma... sei gay?". io sorridendo "sì". pausa. scuote la testa e senza moralismo commenta scuotendo la testa "ma come mai a Milano così tanti gay?". io, l'ingenuo "tanti?". "sì, siete tanti. anche in Bangla Desh, ma qui di più. anche mia sorella... (e non capisco bene cosa dice) ...è un problema. siete tutti gay."
a questo punto si ferma, guarda il mazzo di rose rose nelle sue mani. educato e deciso ne sceglie, una dopo l'altra, 3 (ha deciso lui il numero). mi guarda e dice "sono le migliori. queste gliele porti, ma mi dai qualcosa perché anche io devo mangiare il pane. e decidi tu quanto". prendo 5 euro, gli chiedo se il prezzo è giusto, mi fa segno di sì. se ne va, io salgo sul 14 pieno come un uovo.
eccole qui, le rose arrivate a casa. troneggiano in cucina nella loro semplicità.
e a guardarle, sembra che ridano di salute.
naturalmente a Claudio sono piaciute tantissimo e spero durino a lungo.
le rose sono il frutto dell'amore, della voglia di capirsi attraverso l'amore (come cantavano i Communards "there's more to love than boy meets girl").
giovedì 5 gennaio sera, ore 19 circa. Milano. freddo vero, aspetto il tram 14 alla fermata di piazzale Resistenza Partigiana. è l'ultima sera di lavoro, il rientro a casa dal lavoro prima del grande ponte dell'Epifania. si avvicina una ragazzo giovane (sotto i 30, poteva essere indiano o pachistano) che vende le rose. naturalmente non mi servono rose, ed ero anche impegnato a mettere a posto il mio iPhone. però lo guardo negli occhi e sorrido. penso anche sia bello. non è il mio tipo o che... ma colpisce. per il suo gruppo etnico (corporatura minuta e piccolo di statura) è molto bello, dignitoso, persino stiloso nella sua educazione.
non so come attacca discorso e mi dice molto naturalmente, come fossi un amico e stesse confermandomelo, che è del Bangla Desh. siccome non posso troncare lì (sta parlandomi) e non distolgo l'attenzione, tenta di vendermi la rosa. dice senza patetismo, in tono molto neutro "eh, ho bisogno anch'io di mangiare il pane. prendine una. per la tua ragazza. ragazza." e per vincere la mia indifferenza (avevo una faccia tipo "boh"), continua gentile "non hai una ragazza?".
ci penso su un attimo, mi rendo conto che questa è un'occasione di vero incontro (sguardo negli occhi = interesse reciproco) tra persone con 2 storie e vite diversissime. dice bene Antonella, la mia Dottoressa, non serve integrazione ma interazione.
rispondo con altrettanto tono neutro, come se niente fosse e come se lui fosse mio amico "no ragazza. ragazzo" (dunque la rosa non mi serve). lui riflette un attimo dondolando la testa come fanno le persone di quell'area geografica per esprimere un "sto ragionando" (tipo Peter Sellers in Hollywood Party, per intenderci). mi guarda e io ripeto "no ragazza, ragazzo". lui capisce che il romanticismo non è il punto "ah, ragazzo". e d'un colpo "ma... sei gay?". io sorridendo "sì". pausa. scuote la testa e senza moralismo commenta scuotendo la testa "ma come mai a Milano così tanti gay?". io, l'ingenuo "tanti?". "sì, siete tanti. anche in Bangla Desh, ma qui di più. anche mia sorella... (e non capisco bene cosa dice) ...è un problema. siete tutti gay."
a questo punto si ferma, guarda il mazzo di rose rose nelle sue mani. educato e deciso ne sceglie, una dopo l'altra, 3 (ha deciso lui il numero). mi guarda e dice "sono le migliori. queste gliele porti, ma mi dai qualcosa perché anche io devo mangiare il pane. e decidi tu quanto". prendo 5 euro, gli chiedo se il prezzo è giusto, mi fa segno di sì. se ne va, io salgo sul 14 pieno come un uovo.
eccole qui, le rose arrivate a casa. troneggiano in cucina nella loro semplicità.
e a guardarle, sembra che ridano di salute.
naturalmente a Claudio sono piaciute tantissimo e spero durino a lungo.
le rose sono il frutto dell'amore, della voglia di capirsi attraverso l'amore (come cantavano i Communards "there's more to love than boy meets girl").
mercoledì 4 gennaio 2012
NON C'È STATO ALCUN TIPO DI FESTEGGIAMENTO PRESSO PALAZZO CHIGI.
Sono senza parole, e non serve aggiungerne. Mi sembra di leggere un romanzo senza senso, per dare un senso bisogna pensare a un mix tra Buñuel e Alan Bennett. Una guerra tra lombardi, ma su cosa? Certo prendiamo nota di 2 stili di vita e 2 personaggi molto diversi. Né risolve la situazione il discreto umorismo del Professor Monti. Cos'è l'Italia? Riporto com'è l'articolo de La Repubblica.
Il senatore leghista, Roberto Calderoli (ansa)
ROMA - E' un attacco a tutto campo quello del Carroccio al governo Monti. L'ultima bordata arriva dall'ex ministro leghista, Roberto Calderoli. E riguarda voci di un presunto party a palazzo Chigi per la fine dell'anno: "Se corrispondesse al vero la notizia secondo cui la notte del 31 dicembre si sono tenuti festeggiamenti di natura privata per il nuovo anno a Palazzo Chigi - dice in un'interrogazione scritta al presidente del Consiglio - Monti dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e chiedere scusa al paese e ai cittadini". L'esponente leghista domanda informazioni su "chi ha sostenuto gli oneri diretti e indiretti della serata". E pone un'altra serie di domande: "Se la festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale o di natura privata; quanti fossero gli invitati alla festa e a che titolo vi abbiano partecipato; se l'iniziativa sia stata effettivamente disposta dal presidente; se tra gli invitati figurassero anche le persone care al presidente; chi abbia sostenuto gli oneri, con particolare riferimento alla sicurezza e agli straordinari del personale addetto, e se gli stessi sono stati già corrisposti". L'interrogazione si conclude con un finale al veleno. Il senatore del Carroccio domanda "se non si ritiene inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare, in un momento di crisi come l'attuale, una festa utilizzando strutture e personale pubblici".
La risposta di Palazzo Chigi arriva con una nota, ed è molto dettagliata. "Non c'è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l'appartamento, residenza di servizio del presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1 gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell'appartamento suddetto, nonchè quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni. Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all'Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese. Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l'interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di presidente del Consiglio e di ministro dell'Economia e delle finanze". "Gli acquisti - prosegue la nota di Palazzo Chigi- sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie). La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti".
Ancora Palazzo Chigi: "Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale. Il presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l'Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente. Nel dare risposta al senatore Calderoli, il presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poichè anche a suo parere sarebbe 'inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici'. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di 'una festa' organizzata 'utilizzando strutture e personale pubblici'. D'altronde il presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all'esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l'arrivo a Milano da un viaggio ufficiale".
Poco dopo arriva la controrisposta di Calderoli: "Come si dice in questi casi, la toppa è peggio del buco. La nota scritta diramata da Mario Monti rispetto alla mia interrogazione scritta su quanto avvenuto a Palazzo Chigi a fine anno conferma pienamente che c'è stata una festa privata, testimoniata dall'ampia partecipazione dei suoi parenti e congiunti e, indipendentemente dal lavoro che sarebbe stato svolto dalla signora Monti in cucina e nel servizio ai tavoli, ma verificheremo che non ci fossero davvero dei cuochi o dei camerieri, chiediamo al presidente Monti se sia al corrente di quanto costa tenere aperto Palazzo Chigi, con tutto il personale conseguente, incluso quello relativo alla sicurezza".
Il senatore leghista, Roberto Calderoli (ansa)
ROMA - E' un attacco a tutto campo quello del Carroccio al governo Monti. L'ultima bordata arriva dall'ex ministro leghista, Roberto Calderoli. E riguarda voci di un presunto party a palazzo Chigi per la fine dell'anno: "Se corrispondesse al vero la notizia secondo cui la notte del 31 dicembre si sono tenuti festeggiamenti di natura privata per il nuovo anno a Palazzo Chigi - dice in un'interrogazione scritta al presidente del Consiglio - Monti dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e chiedere scusa al paese e ai cittadini". L'esponente leghista domanda informazioni su "chi ha sostenuto gli oneri diretti e indiretti della serata". E pone un'altra serie di domande: "Se la festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale o di natura privata; quanti fossero gli invitati alla festa e a che titolo vi abbiano partecipato; se l'iniziativa sia stata effettivamente disposta dal presidente; se tra gli invitati figurassero anche le persone care al presidente; chi abbia sostenuto gli oneri, con particolare riferimento alla sicurezza e agli straordinari del personale addetto, e se gli stessi sono stati già corrisposti". L'interrogazione si conclude con un finale al veleno. Il senatore del Carroccio domanda "se non si ritiene inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare, in un momento di crisi come l'attuale, una festa utilizzando strutture e personale pubblici".
La risposta di Palazzo Chigi arriva con una nota, ed è molto dettagliata. "Non c'è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l'appartamento, residenza di servizio del presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1 gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell'appartamento suddetto, nonchè quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni. Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all'Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese. Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l'interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di presidente del Consiglio e di ministro dell'Economia e delle finanze". "Gli acquisti - prosegue la nota di Palazzo Chigi- sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie). La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti".
Ancora Palazzo Chigi: "Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale. Il presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l'Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente. Nel dare risposta al senatore Calderoli, il presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poichè anche a suo parere sarebbe 'inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici'. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di 'una festa' organizzata 'utilizzando strutture e personale pubblici'. D'altronde il presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all'esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l'arrivo a Milano da un viaggio ufficiale".
Poco dopo arriva la controrisposta di Calderoli: "Come si dice in questi casi, la toppa è peggio del buco. La nota scritta diramata da Mario Monti rispetto alla mia interrogazione scritta su quanto avvenuto a Palazzo Chigi a fine anno conferma pienamente che c'è stata una festa privata, testimoniata dall'ampia partecipazione dei suoi parenti e congiunti e, indipendentemente dal lavoro che sarebbe stato svolto dalla signora Monti in cucina e nel servizio ai tavoli, ma verificheremo che non ci fossero davvero dei cuochi o dei camerieri, chiediamo al presidente Monti se sia al corrente di quanto costa tenere aperto Palazzo Chigi, con tutto il personale conseguente, incluso quello relativo alla sicurezza".
Punto, a capo.
Perché esiste, come viene al mondo, da dove viene e come può diventare Senatore gente come Roberto Calderoli?
.
Iscriviti a:
Post (Atom)