capitano a volte film che ti trapassano, ti confermano qualcosa e t'insegnano qualcos'altro. ti spingono in avanti nell'esser quel che sei.
una domenica qualunque (ieri, 25 febbraio 2024) sono andato al cinema seguendo i gusti e i suggerimenti di Claudio, il mio compagno. non volevo neanche sapere di cosa parlava il film. comunque era al cinema Mexico: una garanzia.
il film si chiama "Past Lives" (Vite Passate) e sorprende che sia un'opera prima. la regista Celine Song è donna e tanti nomi di donna ho visto scorrere nei titoli di testa e di coda del film. l'eccezionalità legata all'essere donna sarà un caso? non credo. non penso che le donne siano superiori agli uomini ma qualche indizio d'interpretazione e controllo sulla gestione della vita possono spesso darcelo. e questo film lo fa.
parla di vita normale, caratteri belli o brutti, decisioni, momenti speciali oppure no, incontri avvenuti e incontri mancati: resti a bocca aperta davanti alla capacità e il il coraggio nel rendere eccezionale la vita quotidiana.
è un film magico e incomparabile rispetto allo squallore "telefonato" e telenovelo del cinema italiano che stiamo quasi sempre vedendo in questi ultimi anni. i tre attori protagonisti sono a dir poco straordinari e li ami tutti e tre in ciascun istante, ciascun secondo, ciascuna espressione. senza fare spoiler c’è una scena di dialogo, a letto, tra marito e moglie che per crudezza, correttezza e onestà penso mi marcherà tutta la vita d'ora in poi per onestà e correttezza. ero felice di essere al cinema con l’uomo con cui questa correttezza io ho potuto sperimentarla.
a proposito d'Italia, eravamo reduci da una visita con pranzo domenicale da mia madre, 90 anni, che ieri era in forma esplosivamente straordinaria. ci ha raccontato alcuni pezzi della storia della sua vita e della sua famiglia, in particolare mia zia Nina. era una persona da film: fisionomia tipo Maria Callas, alta e altera, capace di dare confidenza e affetto illimitato se conquistavi la sua stima. da famiglia poverissima (un padre fedifrago e traditore durante la Seconda Guerra Mondiale) riuscì a diventare capo produzione di una piccola sartoria prêt-a-porter: tutti i giorni tram e treno fino ad paese sul lago di Como.
dopo una vita sentimentale che sembra un film (anche traumatico) finì per sposarsi con un uomo siciliano e andò a vivere in quell'isola, a inizio anni '70, rovinandosi l’esistenza da donna milanese all’avanguardia qual'era. le poche volte che è tornata qui voleva subito bene l'acqua del rubinetto di Milano perché diceva avesse il sapore della libertà.
nel racconto mia madre ha usato un termine che non sentivo da tanti anni: Bassitalia.
Bassitalia è una parola che ho sentito per tutta l'infanzia e adolescenza poi scomparve per ragioni di rispetto e politicamente corretto. però è un'evidenza territoriale e descrive, racconta quante nazioni siamo in una penisola.
durante il film che tra tante cose racconta di spostamenti e cambi di prospettiva culturale tra Corea del Sud e Nord America, mi domandavo che fine possono aver fatto tutte le storie che si potevano raccontare in questa evidenza geografica prima - e nazione poi - chiamata Italia: grandi differenze, grandi possibili incontri (io sono figlio di uno di questi). si sarebbero potuti mettere a frutto, e ci avrebbe fatto del bene. impera invece una mediocrità, di destra o sinistra non importa, tipica del bar o parrucchiere, priva di qualunque ragionamento su noi stessi e inutile a qualsiasi progetto di futuro.
"Io sono Giorgia" è stato il libro più venduto durante l'emergenza Covid-19? i risultati da retrocessione a terzo mondo li vediamo... pressapochismo, opportunismo, mediocrità. un programma come "Che tempo che fa" scacciato dal servizio pubblico porta a una TV privata milioni di ascoltatori dando un’immagine umana e profonda di Naomi Campbell. la bellezza non è sinonimo di stupidità e il Paese che ritiene di essere il migliore o il più bello del mondo dovrebbe imparare a guardarsi allo specchio con onestà.
ma abbiamo visto a Sanremo una Bassitalia che piangeva accusando di essere discriminata quando sospettata di giocare sporco con le votazioni, abbiamo un leader politico nato nella Lombardia che non sa gestire con intelligenza la propria fortuna che dice cose vergognose ogni volta che apre la bocca. l'Italia è un Paese che la TV privata ha unito al ribasso, per i suoi difetti. e le ignoranze sanno come farsi forza l’una con l’altra per impedire un civile sviluppo. è il disastro dell’Italia attuale, pensavo, mentre aspettiamo i risultati elettorali della Sardegna, isola che quest'Italia ha permesso di unire.
ma torniamo a "Past Lives", il film che chiede "cosa siamo qui fare". spiega un concetto coreano che non conoscevo: In Yun, la magia di una coincidenza, un gioco del destino: l'incontro tra due persone potrebbe permettere qualcosa di speciale, forse richiama un incontro avvenuto in una precedente esistenza o anticipa qualcosa che avverà nel successivo.
c’è qualcosa di un film, "Sliding Doors", c’è forse un richiamo al concetto di serendipità e questo "toque" d'intelligenza dall'Oriente per me fa parallelo con un altro film straordinario che ho recentemente visto: "Sidonie in Giappone" con Isabelle Huppert e l'idea giapponese che le persone scomparse restano vive finché le ricordiamo. come fantasmi positivi e guide per aiutarci a regolare le nostre esistenze.
tra gli attori mi stordito per bellezza, intelligenza e disponibilità quello che definerei "maschio Alfa per intelligenza", John Magaro, attore americano di origini metà calabresi (papà) e metà ebraiche askhenazite (mamma): un bingo dell'amore, insomma e nel film è l’uomo che sa ascoltare le donne. saper ascoltare anche quando l'altro o l'altra non dice quello che vorremmo è l'unica garanzia perché un rapporto possa durare.
nel dialogo cui accennavo in camera da letto su chi e cosa crediamo di essere o se è valsa la pena, la donna/moglie risponde e conclude: "se sono finita qui, qui devo stare", e ma non in senso squallido, rinunciatario o miserabile ma cercando di fare il meglio con quello che abbiamo.
la vità è saper costruire con il puzzle dei particolari a disposizione un’esistenza decente.
ero al cinema e pensavo che in questo l’amore omosessuale è un po’ penalizzato perché mancano le coordinate, le regole, quel po' di educazione necessaria alla sua stabilità ...ma con la mia testardaggine e un po' di fortuna sono riuscito ad avere qualcosa, un po' più fortunato di quella zia che mi ha insegnò che libertà fa rima con dignità.
chissà chi siamo, chissà cosa diventeremo o riusciremo a fare. intanto viviamo.
❤️
RispondiEliminaNon vedo l’ora di vederlo ! La storia della tua mamma me l’avevi raccontata, pazzesca, al Mexico durerà un po’ di più che negli altri cinema dove i più bei film spariscono ..anche il film con la Huppert e’ nella mia lista . Baci xxa
RispondiEliminadue opere d’arte, vedrai. e quello con la Huppert, strnz come sa essere in molti momenti, fa anche ridere.
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