Prima arriva la foto, poi (30 giugno) arriva il testo.
La foto certo merita, è addirittura un pezzo di storia e ha infatti fatto già il giro del mondo. A me è arrivata reinvita il giorno stesso da un'amica di San Francisco.
Mi ha raccontato chi c'era che davanti allo stendardo in questione, portato da Frank, era un alternarsi tra anziane signore napoletane che ridacchiavano "Tiene ragione!" e sorelle camionare che volevano la foto ricordo.
Ma io a Napoli non sono andato, perché avevo da fare al Festival MIX MILANO (venuto benissimo, un'oasi umana nel deserto mentale di Milano, e della società attuale che fa collimare desiderio omosessuale con web e pornografia, con un indesirabile ritorno nell'armadio). E al festival ho anche fatto un discorso dal palco per dare un premio d'onore, il POLEMIX in onore di un mio amico scomparso, Enzo Lancini, a J'ai Tué Ma Mere, un bellissimo film di un canadese ventenne. E' un film uncorrect sul rapporto difficile tra madre e figlio(gay) dove il tema "è davvero colpa della mamma?" versione 2010 si trasforma senza esclusione di colpi in un plot tipo "tutto sua mamma".
Felicissimo di conoscere le impressioni di amici sul Pride di Napoli (che stavolta mi pare abbia avuto una copertura mediatica migliore), le ho chieste man mano che ritornavano a Milano -e al Festival- nei giorni successivi. Ma dopo il primo che mi ha detto "delusione", il secondo che ha continuato "Molto meno di quel che mi aspettavo. Era soprattutto un corteo di carri... Sembrava una festa dell'Autostradale",e qualcuno ha aggiunto "Sai, mancavano slogan brillanti come LA MADONNA DI POMPEI VUOLE BENE PURE AI GAY"". Mancava solo un altro che nel suo blog ne scrive molto precisamente e in maniera non proprio celebrativa, mi sono reso conto che qualcosa "non era andato".
Perché? Boh, domandiamocelo.
E' cambiata l'Italia? O Napoli, la città della Funicolare, di Eduardo, di Totò, dei femminielli e della Madonna di Pompei ci ha girato le spalle?
Qualcuno mi ha detto che forse il Pride in questa città l'aveva deluso perché non era all'altezza di qello che abbiamo fatto nell'ormai lontano 86 (se ricordo bene).
Un'evento incredibile: al mio arrivo nella piazza dove il corteo partiva, feci in tempo a vedere i commercianti di t-shirt taroccate che chiudevano le bancarelle dicendo "Iamm Iamm che mo' arrivano questi.. che le magliette D&G ce le hanno vere!" (e l'ho visto con i miei occhi).
C'era il carro barocco delle travestite e trans che imitava e rievocava il carro con cui, a inizio secolo, veninivano portate in giro per la città i "nuovi arrivi" che avrebbero lavorato nei bordelli cittadini. Incantevole per valore spettacolare e simbolico. Il suddetto carro si fermò a un certo punto del percorso davanti a uno storico cinema di battuage (leggi: incontri anonimi e casuali tra uomini). Il luogo d'incontro e piacere era ancora in attività (una situazione tra mitolologica e archeologica da scopate dietro i tendoni rossi, per intenderci): e le trans applaudirono verso l'ingresso urlando "Fuo-ri! Fuo-ri! Fuo-ri!" esortando i recalcitranti maschi all'interno ad uscire e unirsi al corteo, e naturalmente non successe (anche questo visto con i miei occhi: la prova e conferma evidente che gli scontri di Stonewall che hanno iniziato la storia dell'Orgoglio contemporaneo li avevano DAVVERO generati ragazze di quel carattere e determinazione).
Quest'anno nonostante il ritratto bellissimo che qualcuno ne ha fatto, qualcosa è cambiato. Forse. E per fare confronti, sarebbe forse il caso di restaurare in forma digitale il documentario-reportage (si chiamava TUTTINPIAZZA?) di Claudio Cipelletti dov'ero intervistato anch'io e che dovrei a quato punto ritrovare. Mi c'impegnerò.
Ma quest'anno 2010, indipendentemente dal numero di partecipanti (300mila, 150mila, 50mila) qualcosa è andato di traverso, se sono vere le facce rancorose e indifferenti viste lungo il corteo in città, a Napoli.
A fare di ciliegina sulla torta, nel corteo è stata contestata Anna Paola Concia, il Deputato PD che poco tempo fa ha convertito alla civiltà il Ministro delle pari Opportunità Mara Carfagna. Grazie, anche se la destra italiana su questi temi mi fa orrore e non basta certo che un Ministro di questo governo mostri finalmente civile.
Qualcuno nel corteo (antagonisti, mi pare la definizione giusta) pensava che non avrebbe dovuto essere lì perché flirtava (semplicemente era stata a un dibattito tempo fa) dei fascistoni di Casa Pound. Ora, non ho nessuna stima di Casa Pound, anzi mi fanno orrore se non paura. E penso anche che non hanno nessun diritto di usare il nome di Ezra Pound, come la figlia di lui giustamente dice. Ma che si giudichi la presenza di Anna Paola inopportuna, una passerella da politico, e la si voglia mandar via, mi pare un assurdo.
Non è il Pride che ho in mente io, del resto non è neppure l'Italia che speravo io quella in cui stiamo vivendo. E' molto, molto peggio. A proposito di passerella, il Presidente del Lazio Renata Polverini, quella dei saluti romani allo stadio, aspetta un invito per decidere se andare al Pride (invito da parte di chi? il Pride non è di nessuno).
Non ci capisco più niente, torno sui monti tra le caprette. Firmato, Heidi.
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Felicidades porque parece que todo fue bien en el Orgullo de Milán. Felicidades por tu ojo clínico. Felicidades por tu abuelo, Heidi!
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