mercoledì 28 ottobre 2009

ZONA MELMA: Lapo, Patrizia, Piero, Natalì, Brendona. E Coso Signorini.


Qualcosa si può dire a proposito della vicenda Lapo di qualche anno fa e l'affare Marrazzo. Queste due marmellate del T'incul Pop mediatico nazionale mettono in luce, e speculano su oceani d'ignoranza: la differenza tra persone transessuali e persone transgender o cosa spinge ad alcuni comportamenti omosessuali, in particolare da parte di chi ha bisogno che l'altro uomo porti la parrucca.

Come uomo che ama gli uomini, non è il mio stile e adoro i travestiti per la loro verve spettacolare. Ma cerco di capire, con rispetto, perché siamo in piena "zona ombra", quella parte della coscienza dove comanda il Desiderio, con cui ognuno fa i conti come può (e su cui le religioni speculano).

Immagino che la parrucca dell'altro possa essere un divertente alibi per alcuni (che magari criticano il Gay Pride in quanto volgare).
Ma non apprezzo certo che questi maschioni cercano la compagnia di transessuali costretti per necessità a mantenere ciò di cui farebbero a meno...
E a giudicare dai numero di trans brasiliani attivi in Italia, questi uomini in Italia sono un esercito. Come conferma in un libro bellissimo letto anni fa, "Princesa" (che ha ispirato anche la canzone di De Andrè), Fernanda Farias De Albuquerque, racconta che per chi viene come lei da un inferno machista (il Brasile), l'Italia è il paese di Bengodi, visto il numero di maschi che vogliono l'attrezzo attaccato a una persona d'immagine femminile. Credo si tratti di rappporto irrisolto con la madre o qualcosa del genere. Zona paludosa, dove se piove è un inferno.
E più che incomprensione, provo rabbia. Trovo che un "capriccio del desiderio" borghese (o l'incapacità di mettere a registro il proprio desiderio) speculi sulla debolezza dei più poveri: e se le brasiliane per povertà ignoranza o altro fomentano il Circo Barnum della confusione, è appunto "zona ombra" che diventa zona melma peggiorata da povertà o ignoranza o necessità.

Il caos generato è anche un insulto per le/i transessuali o transgender che vivono con dignità e riservatezza il proprio destino e chiedono rispetto. Speriamo se ne stiano tranquilli/e nella loro nuova identità anagrafica, indifferenti a questo troiaio.

Il finale delle due storie poi, è la cosa più deprimente. Come il bambino viziato che si libera di un giocattolo rotto e lo butta via, anzi finge che non era il suo.
Nel caso di Lapo, saremmo diventati tutti più ricchi con un "grazie!" del prestigioso ereditiero alla Patriziona che l'ha salvato.
Lapo avrebbe messo a tacere le voci che dicevano fosse arrivato all'ospedale in reggicalze pure lui, che frequentava "quelle persone" da tempo... E altro che il marketing alternativo di cui si occupa ora: avrebbe dato al Paese un lezione di generosità e civiltà. Ma una scusa riesco a trovarla: forse non l'ha fatto perché FIAT è stata ricattata, e i giochi erano più grandi di lui.

Il Governatore del Lazio invece, sedicente padre modello che pagava cifre esorbitanti per prestazioni abbastanza comuni, poveretto. Nel tentativo di salvare la sua reputazione si faceva ricattare (senza denunciarli) da Carabinieri trasformati in delinquenti (informati dalle trans?) che lo avevano filmato nudo, con la camicia...
Vada pure in un Monastero a pregare. Lui i ricatti li ha subiti senz'altro.

E i due casi sono uniti: da chi? Da Silvio Berlusconi e Coso Signorini!
Sono il Proprietario e il Direttore del settimanale che pubblicò l'intervista alla Patrizia di Lapo. Il Presidente del Consiglio e Proprietario della Rivista quella volta non ne seppe nulla, ma stavolta -perché si pensava che nel filmino ci fosse lui- avverte il Governatore del Lazio che aver visto il filmino con la Brendona... che gentiluomo!!!

E' il caso di dire: la Rivista ("Chi", nel caso) è al potere.
E si usano strumenti della Rivista, la "cultura" del Bagaglino o dei film di Pierino per aspergere di Zona Melma la realtà. Non sfugge in questo l'operosità di Coso Signorini.

E questa è la camera di consiglio del Presidente del Consiglio. Un ruolo svolto davvero alla bassezza della situazione.

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