Milano è tutta un FuoriSalone e il FuoriSalone è più grande di lei: migliaia di eventi la spossessano dei suoi ritmi abituali e il moto scomposto generato dalla "voglia di nuovo" manda in tilt il sistema cittadino. Le strade sono piene di gente a volte bellissima (parlo sia di uomini che di donne), a volte insopportabile (parlo di imbucati, wannabe, primatisti della tartina e del bicchiere di vino arraffato).
Io sono a casa raffreddato dopo aver aspettato il tram quasi un'ora l'altra notte, e maledico l'incapacità dell'amministrazione comunale di prevedere e governare una manifestazione che ogni anno arriva puntuale, e che per l'immagine della città è una manna. Del resto dlla signora Moratti e della destra al potere in Milano penso il peggio possibile: miopia, speculazione selvaggia e the coi biscotti.
Ma quel che ogni anno mi colpisce è proprio l'accoglienza e la vivacità di Milano al tutto che avanza: davanti a orde di semoventi individualisti (taxi, moto, auto), nella città ingolfata senti anche gente che sul tram si compiace o accetta paziente questo qualcosa che la riguarda molto più della Moda.
Salone del Mobile e il FuoriSalone sono il bacio a Biancaneve morta: e grazie ai soldi di imprese private e alla pazienza esterofila degli abitanti la sedicente metropoli si risveglia. Se negli altri 358 giorni ha l'elettroencefalogramma quasi piatto (già tanto non si spenga per mancanza di segnali), ogni anno il miracolo si compie, tipo liquefazione del sangue di San Gennaro.
Qualsiasi angolo della città (all'interno della circonvallazione) cerca di nobilitarsi per dare spazio all'intelligenza, alla creatività, alla coerenza progettuale. Per contrappunto ci sarebbe da organizzare pullman e portare l'intelligentzia mondiale a visitare i quartieri dormitorio o aree come l'ex Sieroterapico date in pasto al cemento assoluto per mostrare come la Capitale della Moda gestisce se stessa, ma restiamo sulla frenesia del Design.
Quest'anno, oltre ai Mobili più Belli del Mondo e al Design Utile o Futile, anche tutti gli stilistoni cercano di rubare l'attenzione, o un qualsiasi negozio di borsette mette fuori il cartellino "evento" (de che?). E se non bastasse (non basta mai!) ci sono anche i Festival musicali, 2 o 3 insieme, correlati al Design solo nella voglia de fa' cccasino, per arrivare a non so quanti eventi accatastati ogni sera... inevitabilmente non frequentabili tutti, e comunque non secondo criteri che premiano la qualità***.
Questo è il post intimista di un milanese vero (?), che per giunta abita in piena Zona Tortona: per il 2010 ho deciso di non uscire e starmene in casa, salvo visitare gli eventi o i posti dove conosco qualcuno o sono in compagnia: ma per il resto, voglio tenermi gelosamente per me tutta la mia ignoranza del bello e del futuro. Vengano giovani di Pioltello e saranno più avanti di me.
Mi domando il come mai di questa mia reazione (anche perché mi succede puntuale solo al Salone del Mobile ogni anno: mai al Gay Pride, al sabato sera dei ritardatari all'Esselunga o alla FNAC la domenica pomeriggio).
Forse, abituato a costruirmi tutto da solo compreso l'identità e il sistema di valori di riferimento -perché da famiglia operaia, perché gay, perché di sensibilità affettuosa ed inquieta insieme- faccio fatica ad adattarmi all'inaspettata gara d'intelligenza (quasi mi domandassi "dov'eravate ieri?"). Sono inadatto alla folla e alla competizione per ammirare la bella statuina ("bëlla" con la e chiusa a culo di gallina, "beellaaaa" alla milanese spantegata come un risotto al salto e "mmm, bella" - detto da stilista, quasi di malavoglia - sono le 3 varianti di design sonoro possibile). May I leave? Posso non esserci?
Eppure mi sento milanese al 100% in questo refrattario chiamarmi fuori, e andando a Torino nel week-end per vedere qualche film "Da Sodoma a Hollywood".
Bauscia all'incontrario, aristocrazia proletaria.
***Nella foto, Ashley Beedle, una delle orecchie più sensibili del pianeta, che ha suonato Mercoledì 14 al Teatro Franco Parenti, nel festival musicale ELITA (?) ...per 10 persone. Mi sono avvicinato e gli ho detto "It's a honour to have ou here". Mi ha risposto: "Thank you, but where is everyone?"
ahahah: "imbucati, wannabe, primatisti della tartina e del bicchiere di vino arraffato"! Vero, verissimo.
RispondiEliminaDom.
Sei il mio blogger preferito...
RispondiEliminaPer un po' mi e' spiaciuto non vedermi un Salone dopo tanto tempo, visto che ci ero quasi, ma alla fine penso che il "dov'eravate ieri?" avrebbe prevalso.
Quindi, faccio tesoro dei bei momenti passati insieme nei giorni scorsi, e per quest'anno mi basta.
un bacione b