venerdì 8 ottobre 2021

MUSICA PROIBITA.


Uno (io) definisce frettolosamente "fro*i nazisti" le bertucce che in corteo a Madrid hanno gridato "fuori i pricchioni dal nostro quartiere" salvo poi essere rivelati tali anche loro da amanti uomini ben più coraggiosi di loro ("loro" in spagnolo significa pappagallo). Uno (sempre quello, io) viene poi punito per la parolaccia dal social network che ha fatto eleggere Trump o permette di tutto etc etc. e uno (ancora io) ci resta male. E' bene ricordare e sottolineare: l'uso di parolacce offensive a lei diretta da parte di una minoranza è una forma di autodifesa, oltre che constatazione magari brutale ma veritiera e inoppugnabile. Quando altri negano l'olocausto e vengono lasciati liberi di parlare, non a caso. 

Pazienza, andiamo avanti. Ma mi piace ricordare che l'uso delle parole "al contrario" è tutt'uno con l'interpretazione della realtà come codice cifrato in una ricerca della libertà. E' cultura camp, gusto del paradosso che reinventa e dà valore alle cose (inventandosi tra le altre cose le "dive") ed è uno dei segnali più potenti di presenza della comunità maschile omosessuale nel contemporaneo, nel pop, nella vita.

Ma qui non parlo delle dive, piuttosto del contrario. Una canzone da qualche tempo mi ossessiona e non è di Lady Gaga o di Ivan Cattaneo primi anni o Colapesce&Di Martino: è Claudio Villa che canta. Non c'è cantante meno gay sul pianeta di Claudio Villa, il macho romano al 100% che sprezzante disse dei Duran Duran attesi al festival di Sanremo "Secondo me non duran". 

Tra tutte le interpretazioni "Musica Proibita" la amo cantata da lui. E' una romanza classica, di grande successo di fine '800, scritta per voce di donna ma - per la forza richiesta nell'interpretazione - viene quasi sempre eseguita da uomini... con strepitoso effetto. Se la ascolti immagini Claudio Villa che sogna di incontarare lo spasimante maschio sotto il balcone. Ne sogna le labbra carnose e gli occhi e non ha certo bisogno dell'ecstasy liquida. "Fammi provar l'ebbrezza dell'amor". Sarà che a me piacciono gli uomini bassi di statura e la virilità usata in direzione diversa dalla sopraffazione. Del resto come diceva la mia maglietta firmata attaccabottone "gli uomini sono donne come tutte le altre". Oppure per Martin Lutero e gli stranieri che venivano qui a fare il Grand Tour gli italiani sono tutti "un po' così". E il gagliardo Claudio Villa ha cantato un'altra canzone che mi ha sempre lasciato a bocca aperta... contiene un altro topic dell'immaginario gay... il BOSCO e il BOSCAIOLO.









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