giovedì 2 luglio 2009

2 VOLTE GENITORI


Ieri e l'altro ieri sono tornato 2 sere di fila alla proiezione dello stesso film, al cinema Mexico qui in Milano. Un po' perché è il cinema (glorioso) del mio quartiere, a cui posso arrivare a piedi: proietta spesso film tanto straordinari quanto difficili da vedere (quindi è glorioso per la città), ma soprattutto perché l'evento mi pareva asuo storico e perché la notte dopo la proiezione della prima sera i ricordi di quel che avevo visto (facce, espressioni, modi di dire) avevano invaso i miei sogni/pensamenti notturni.

"2 Volte Genitori" mi sembrava davvero una "cosa di famiglia", e dovevo tornare alla proiezione, saltando la piscina. era tutto coerente: la sala cinema pacatamente rivoluzionaria portava fin sotto casa la bomba col silenziatore del coming out nelle famiglie italiane.

Se non bastassero i motivi socio psico ambient, il simpatico papà Agedo presente tutte e due le sere assomigliava fisicamente, per misura e per modo di esprimersi a mio padre. Sono stato educato da lui a rispettare le donne come esattamente uguali agli uomini. il che essendo nato nel 1959, da una famiglia non colta né abbiente... mi sembra proprio motivo di orgoglio.

"2 Volte Genitori" è straordinario da diversi punti di vista: prima di tutto ci avvicina al difficile mestiere del genitore, e fa capire che è davvero un mestiere.
Da bambini o adolescenti vediamo i genitori come scocciatori... adesso che abbiamo la loro età e potremmo essere genitori a nostra volta, vediamo che quei limiti -uno per uno- sono i nostri, o lo specchio dei nostri.
Quei genitori che faticano ad elaborare un approccio, a trovare un equilibrio verso l'omosessualità dei figli (che brutta parola, d'ora in poi cercherò di usare "amore") sono lo specchio delle nostra difficoltà. E quando nel film parlano di "deserto", di mondo che cade addosso, di mancanza dei punti di riferimento, di assenza delle "parole per dirlo" rifanno la faticosa strada che ciascuno di noi (uomo che ama gli uomini o donna che ama le donne) abbiamo dovuto fare. Un percorso inventato nel discredito, nell'indifferenza, nel buio o nella menzogna.
Non a caso chi fa più fatica sono le mamme delle ragazze e ancor più delle "maschie": devono vincere oltre alla diffidenza/disprezzo/ostracismo anti-omosessuale anche la misoginia o la condanna per la mancanza della cosiddetta "bellezza" femminile, oggetto di piacere predatorio maschile (viviamo a Papi-landia).

E poi "2 Volte Genitori" attraverso il dolore dei genitori mette a nudo la vergognosa attitudine della chiesa cattolica romana che lascia temi così importanti avvolti nell'ignoranza o nella condanna solo per approfittarne ed estendere il proprio dominio.

Per onestà, semplicità e voglia di capire, in queste 2 sere al Mexico non sembrava neppure d'essere in Italia. Ho visto apposta i 6 incontri col pubblico (a finale della prima proiezione, l'intro alla seconda e la chiusura di serata)... e nessuno era uguale all'altro; c'è ancora così tanto da dire, da capire e da imparare in questo campo, che più che campo è un deserto che iniziamo a bonificare.

Ci sarà ben una ragione del cinema pieno come un uovo (per un documentario!), o del fatto che i camion di genitori dell'Agedo ai Pride passano tra gli applausi ininterrotti...
La ragione per cui amiamo mamme e papà dell'Agedo è semplice: la loro presenza è una liberazione. Abbiamo dei genitori da amare, e loro si sentono amati. Fa paura dirlo, ma è così.

La prima notte scorsa sono stato folgorato da un fatto che mi pareva un'evidenza: tanta gente gay o lesbica si fa del male, con sesso brutto o promiscuo (soprattutto gli uomini), vive istericamente, prende droghe o trova soddisfazione e autostima in modi bizzarri o autolesionisti PROPRIO PER MANCANZA D'AMORE.
Di quell'amore semplice e naturale che -come dice nel film la ragazza di Lecce o il papà di Catania- se non ricevi da chi ti ha generato, ti porterà a pensare d'essere "sbagliato". Quell'amore che ci renderebbe semplici, normali, perfino banali: cittadini come gli altri.

Dunque grazie a Claudio Cipelletti per le risate liberatorie del pubblico a commentare i momenti del film scandagliano paure e paranoie, permettendo di rivivere i drammi individuali in pubblico (per restare al cinema Mexico, un papà aveva avuto paura che il proprio figlio fosse diventato gay perché gli avevano fatto vedere troppe volte "The Rocky Horror Picture Show"!), ridimensionandoli e facendoli sciogliere come neve al sole.

Niente, dopo un film come questo, è più lo stesso.
http://www.duevoltegenitori.com

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