venerdì 25 giugno 2010

GLI UOMINI SONO DONNE COME TUTTE LE ALTRE.

Che cosa fa la differenza? Me lo domando da sempre e da qualche anno seguo con amore la scena travestita. Mi sono domandato perché, e in tutta sincerità non credo sia un fatto di preferenza erotico/sentimentale nascosta.
Forse per reazione ai veti subiti nell'infanzia e adolescenza ma sono decisamente fissato con gli uomini maschili maschili (NON maschilisti).
Ma proprio per questo forse m'interessa e stimola quel che resta fuori dal mio universo erotico. Infatti adoro le donne, mi sembrano la parte più viva della sosietà, la loro libertà è garanzia per tutti noi, etc etc.
Va da sé (o almeno capita a me) che m'interessi anche come noi uomini evochiamo, rappresentiamo e idealizziamo la differenza femminile. E non sarò un'eccezione: l'intera storia del camp (la bugia che dice la verità), e il conto in banca di Madonna, mettono le radici in questo.
La scena spagnola è il mio campo d'osservazione preferito, una miniera d'oro personale, e ho capito con il tempo perché: apparentemente cattolici romani come noi (ma forse neopagani), neolatini come noi (ma loro a Roma vengono in vacanza), europei come noi ma decisamente più di noi.
Da loro la tradizione cross-dressing (come in tutto il resto del mondo dove l'apparenza di genere non è un semaforo) è forte. E l'abito femminile su uomo o maschile su una donna non porta necessariamente a dare per certi ruoli o gusti sessuali dell'attrice/attore. Dovremmo domandarci il perché di quest'empasse cerebrale: sarà per la presenza del Vaticano o per lasciti musulmani o per ragioni più profonde e ancestrali, tipo la vergogna e la comodità? Giovanni Dall'Orto -studioso e pensatore eccellente- dice che sbagliamo a dar la colpa alla Chiesa per la persecuzione del desiderio omosessuale... ha semplicemente messo radici in un terreno già fertile... pero vamos, è molto complesso il discorso sul perché l'Italia è "così": si fa ma non si dice, e men che meno si deve vedere).
Ridimensioniamo, dunque: ma se il travestitismo se non è invidia dell'utero è senz'altro invidia della borsetta. E in Spagna la valorizzazione delle differenze è uno sport collettivo (sotto la dittatura franchista mentre noi facevamo già Rimini e Riccione, non li risbatti nelle caverne dell'ignoranza neppure a colpi di martello). Più precisamente per me tutto partì da Alaska y Dinarama. Di Alaska e Nacho Canut parlerò un giorno più estesamente perché meriterebbero un'enciclopedia. Basti dire qui che io ho imparato lo spagnolo (mejor dicho, el castellano) per capire quel che cantava Alaska, e un giorno glielo dissi (se non altro perché trovasse risposta -nel caso- a quelle domande antipatiche che ogni tanto ci assalgono, tipo "a me, chi me lo fa fare?").
Torniamo al percorso sulla differenza e agli artisti più innovativi e interessanti della scena spagnola che Alaska indicava come sorella maggiore e come GO di un Club Med della felicità.
Così un giorno ho incrociato La Prohibida, una donna che viene dal mondo dei sogni e che in poco tempo ha rubato la scena a tutti, conquistando un pezzo del mio cervello.
Più bella della donna quotidiana, come le dissero ammmirate alcune ragazze che amano le ragazze qualche tempo fa ad una festa di Gaia360 (le chiesero "ma come fai ad essere così bella?", lei rispose minimizzando "...ma non potreste fare questo lavoro tutti i giorni!"). Amica e complice delle donne al punto che addirittura il nostro primo incontro fu un battesimo: mangiavo nel ristorante dove cantava per una despedida de soltera, ossia una festa di addio al nubilato, in quella parentesi graf dalla realtà chiamata Torremolinos). Da lì a Saturno siamo diventati amici e ringrazio i Pornflakes, il caso (che non succede per caso) e la vita.
Questa mattina mi ha folgorato un video
non spagnolo (svedese, nel caso), girato nel rispetto della donna e dell'uomo e dei meccanismi che si scatenano, se per esempio una persona "differentemente vestita" cantasse tra i tifosi di football in una baita "amo tuo fratello". Diciamo che questo è l'unico Mondiale che m'interessa.
Infatti non è la Spagna è la Svezia, anzi è la vita.
Arriva da The Knife, uno sfuggente e inesorabile duo. . Non sarà forse il caso che sono fratello e sorella.
C'è qualcosa che vorremmo tutti capire su cosa sarebbe potuto o potrebbe succedere se. E forse non capiremo mai. Come cantava Amanda Lear "For me you are an enigma" (continua)

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