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Forse per reazione ai veti subiti nell'infanzia e adolescenza ma sono decisamente fissato con gli uomini maschili maschili (NON maschilisti).
Ma proprio per questo forse m'interessa e stimola quel che resta fuori dal mio universo erotico. Infatti adoro le donne, mi sembrano la parte più viva della sosietà, la loro libertà è garanzia per tutti noi, etc etc.
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Va da sé (o almeno capita a me) che m'interessi anche come noi uomini evochiamo, rappresentiamo e idealizziamo la differenza femminile. E non sarò un'eccezione: l'intera storia del camp (la bugia che dice la verità), e il conto in banca di Madonna, mettono le radici in questo.
La scena spagnola è il mio campo d'osservazione preferito, una miniera d'oro personale, e ho capito con il tempo perché: apparentemente cattolici romani come noi (ma forse neopagani), neolatini come noi (ma loro a Roma vengono in vacanza), europei come noi ma decisamente più di noi.
Da loro la tradizione cross-dressing (come in tutto il resto del mondo dove l'apparenza di genere non è un semaforo) è forte. E l'abito femminile su uomo o maschile su una donna non porta necessariamente a dare per certi ruoli o gusti sessuali dell'attrice/attore. Dovremmo domandarci il perché di quest'empasse cerebrale: sarà per la presenza del Vaticano o per lasciti musulmani o per ragioni più profonde e ancestrali, tipo la vergogna e la comodità? Giovanni Dall'Orto -studioso e pensatore eccellente- dice che sbagliamo a dar la colpa alla Chiesa per la persecuzione del desiderio omosessuale... ha semplicemente messo radici in un terreno già fertile... pero vamos, è molto complesso il discorso sul perché l'Italia è "così": si fa ma non si dice, e men che meno si deve vedere).
Ridimensioniamo, dunque: ma se il travestitismo se non è invidia dell'utero è senz'altro invidia della borsetta. E in Spagna la valorizzazione delle differenze è uno sport collettivo (sotto la dittatura franchista mentre noi facevamo già Rimini e Riccione, non li risbatti nelle caverne dell'ignoranza neppure a colpi di martello). Più precisamente per me tutto partì da Alaska y Dinarama.
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Torniamo al percorso sulla differenza e agli artisti più innovativi e interessanti della scena spagnola che Alaska indicava come sorella maggiore e come GO di un Club Med della felicità.
Così un giorno ho incrociato La Prohibida, una donna che viene dal mondo dei sogni e che in poco tempo ha rubato la scena a tutti, conquistando un pezzo del mio cervello.
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Questa mattina mi ha folgorato un video non spagnolo (svedese, nel caso), girato nel rispetto della donna e dell'uomo e dei meccanismi che si scatenano, se per esempio una persona "differentemente vestita" cantasse tra i tifosi di football in una baita "amo tuo fratello". Diciamo che questo è l'unico Mondiale che m'interessa.
Infatti non è la Spagna è la Svezia, anzi è la vita.
Arriva da The Knife, uno sfuggente e inesorabile duo.
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C'è qualcosa che vorremmo tutti capire su cosa sarebbe potuto o potrebbe succedere se. E forse non capiremo mai. Come cantava Amanda Lear "For me you are an enigma" (continua)
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