venerdì 20 maggio 2011

VUTA PISAPIA (ERA: VOTA MANGONI).

Nella stessa notte in cui la sinistra milanese strombazzava o sbiciclettava in corso Buenos Aires dopo aver dato alla compagine di Mestizia Moratti quella lecca (milanesismo per "botta") che nessuno s'aspettava, s'è anche appreso che la lista civica Milly Moratti per Pisapia (come i Verdi dello straordinario Enrico Fedrighini) non entreranno nel prossimo Consiglio Comunale.
Qualcuno ha detto con cattiveria che è stato premiato chi ha messo nel simbolo sulla scheda il nome Pisapia a caratteri cubitali. Forse, anzi fosse. Voglio davvero sperare sia vero.
E se qualcuno di sinistra s'è arrabbiato per la scarsa reazione di Pisapia alla canagliata di Mestizia in diretta TV (l'orribile Madame Medusa ci ha provato), forse alla Milano lavoratrice, tranquilla e understata è proprio piaciuto questo. Giuliano non se l'aspettava, no sapeva cosa dire e il peggior affronto all'avversaria è stato non stringerle la mano. Giuliano Pisapia è una persona normale: finalmente uno, in politica!

Non c'è nessuna rimonta possibile per la destra se Milano (che li ha inventati) si è rotta le palle dei baüscia (leggi: spacconi) che in ogni versione, dal faccendiere sfacciato all'ecologista di regime (per non parlare delle bocche strappate al Bar Sport della Lega Nord) affollavano i manifesti elettorali della destra meneghina.

Milano martedì scorso non sembrava lo scenario di una rivolta comunista contro l'unto dal Signore e la Sindaco più inefficiente che si ricordi. Sembrava piuttosto il bambino che ha commesso la marachella e continua come niente fosse, quasi incredulo che non lo sgridino.
La mia sensazione persiste e si rafforza quando vedo lo sguardo curioso di certe sciure (signore) sul tram quando vedono la mia spilla "Pisapia Sindaco". E' come se dicessero con gli occhi "Allora, ci si può ribellare? Davvero è possibile spegnere la TV? Non sono scema/scemo quando mi ricordo che esistevano, prima di Colpo Grosso, OK il Prezzo è Giusto o Drive In... un'altra vita e un'altra Milano?". E' una situazione post-qualcosa, un incrocio tra Lovecraft e il Calendario di Frate Indovino, però detto/non detto come può capitare a Milano.

La razza umana è lenta nelle reazioni, e la tecnologia corre molto più noi. Se ci vuole una generazione nuova per prendere confidenza con le innovazioni e considerarle "normali", ci vorrà certo tempo per capire che i nuovi "progressisti" sono i demistificatori, i cacciatori di bugie. Non a caso un giornale come Il Fatto Quotidiano riesce a sopravvivere senza finanziamento pubblico. Vive dei fatti, ha buona memoria, e ha un'idea chiara.
Per mettere una corazza d'indifferenza alla valanga d'informazioni contraddittorie (o ricatti veri e propri, visto che il potere spropositato di Fuffio è anche economico, non solo televisivo... chissà quanti deboli (o senza coscienza) hanno paura di perdere soldi se non accondiscendono, in questo spaventoso regime soft.

Girando da martedì in questa Milano nuova (la sensazione non è solo mia)e provvisoria; penso che il mondo sia proprio cambiato, come ha dimostrato il nordafrica moderno delle rivolte dove nessuno inneggiava ad Al Qaeda ma tutti volevano libertà.
Con lo sviluppo di internet e delle reti sociali siamo tutti più connessi e più soli/alienati allo stesso tempo, legati ciascuno alla tastiera del computer. E' come se l'eccesso d'informazione capovolga l'importanza di ragione e istinto ed emerga ogni tanto, lento e inesorabile, una specie d'istinto collettivo che dice "adesso basta, non mi freghi più". Come un "fiume carsico" della coscienza collettiva. E non c'è solo Milano, basta guardare la Madrid degli Indignados.

Tornando al mitico Mangoni, la notizia che per lui non c'era la cadrega (sedia) in Consiglio Comunale era da un lato brutta: immaginatevi che meraviglioso Assessore alla Cultura avremmo avuto! Ma il risultato era d'altro lato entusiasmante (oltre 1600 preferenze raccolte in 15 giorni via web, perchè di manifesti appesi col suo faccione e CANDIDATO IDEALE non ne ho visto uno e con mio grande piacere ha battuto Ornella Vanoni che di preferenze ne ha raccolte 36).

Campione di stile libero, l'Architetto Libero da Snobismo e Cantante Confidenziale continua a lottare: ma la battaglia è per Giuliano Pisapia, quell'uomo moderato persino nel sorriso ma capace di ascoltare. Ecco come cominciamo.
Iniziata per gioco e per scherzo, è una pagina bellissima della mia vita di milanese. Potente come la mia entrata in Piazza Duomo a fianco di Franco Grillini per il Pride nazionale a Milano (il 2001?).
El me papà (mio padre) sarebbe orgoglioso di me: vai, Supergiovane per aiutare Pisapia (già dal nome una poesia) contro la mamma di Batman.


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