mercoledì 25 maggio 2011

LA MILANO BIANCA, LA MILANO NERA.

Milano è una città che uscendo dal coma televisivamente indotto, fa quasi fatica a capire che la vita normale potrebbe riprendere... andiamo cauti nel riferirlo ma sembra a tutti di percepire un cambiamento nell'aria, un aumento della voglia di sorridere. ma non è certo misurabile, e siamo nel mondo delle sensazioni... anche se comunque nulla sarà più come prima, grazie a Giuliano, a Milano.

questa è la città che ha generato i baüscia ma anche famiglie aristocratiche e progressiste come i Visconti, è la città del lavoro ma da cui troppi abitanti (forse pirati che non la amano davvero) vogliono scappare via nel weekend. viene quasi da pensare che qui come in Spagna esistano 2 città contrapposte che convivono. si discute -e a molti non piace l'idea- che esistano una Spagna anarchica e progressista insieme a quella del franchismo e dell'Opus Dei. ma così è. e se i Guelfi e i Ghibellini sono roba di Firenze, la Milano dell'Arcivescovo di sinistra è quella che ha sancito Mussolini come dittatore e Silvio come imprenditore.

sono stato questa mattina al mercato sotto casa.
ultimo mercoledì prima delle elezioni per l'elezione del Sindaco. volevo vedere cosa dicevano i 2 comitati alla "gente comune", e come la ggente reagiva.
inutile dire che la rappresentanza del comitato Pisapia era bellissima nell'essere - finalmente unita (!)- la compagine più eterogenea possibile. nessun direttore casting avrebbe potuto mettere insieme un gruppo così spaiato.
quelli della Moratti in camicia e della Lega (poveri figli di un Dio perduto per strada) invece arrancavano, insultavano, blateravano di moschee e di degrado. forse erano anche pagati.
ho visto una signora di piglio aristocratico (si nota, al Giambellino) con chignon di capelli grigi alzare la voce a favore di Pisapia ("magari! magaaariii!"). diverse sue coetanee dall'apparenza lobotomizzata invece rifiutavano di ricevere i volantini arancioni.

ieri sera, davanti all'Esselunga di via Washington, 2 megere tipo arpie mentre tentavano di catturare un passante dicendogli che Pisapia ha un programma segreto di cui non vuole parlare... follia pura, che però ha messo radici in Italia, e anche qui... basandosi sulla vergogna di essere poveri, su quella voglia di rivincita per sorprendere i vicini di casa che ha trasformato sottoproletari paranoici in alleati dei ricchi arroganti, usando come copertura il perbenismo ipocrita di stampo mafioso (certo per loro la Famiglia vince, e non per modo di dire).

per la città sarà durissima superare il potere di ricatto che la gang di Berlusconi ha acquisito nel Paese: proprietaria dei media ma anche delle banche, assicurazioni, con troppe aziende amiche e parte dell'opposizione venduta (D'Alema).
per fortuna Giuliano Pisapia spariglia le carte in tavola, e lo ha fatto con umiltà a partire dai mercati e dai bocciodromi, da quel silenzio incredulo di fronte al tradimento e alla volgarità in diretta TV. non ti stringerò certo la mano, Mestizia travestita.

io non mi fido di Milano, mia città natale. dovessi considerarla davvero mia madre, è una tipa strana. lavora troppo, è esaurita, si dimentica di te persino se porti a casa il massimo dei voti. mi ha sempre reso la vita dura da quando sono bambino, come dice "Milano Ti Amo (canzone per Pisapia)" degli Egokid "non sarebbe così strano se ogni tanto mi dicessi Ti Amo, Milano". eppure mi ha anche sorpreso, con certi suoi slanci di generosità, l'eccentrica luterana tutto sommato italiana (e per dirla tutta, ed essere antropologicamente corretto, una nonna pugliese per fortuna ce l'ho).
vedremo dunque il prossimo weekend se la capitale immorale è morta, e felice di continuare ad esserlo, o se come molte racchie intelligenti è caduta vittima di un fesso che la raggirava ma è stufa e preferisce recuperare la dignità, a costo di restare zitella.

dovesse mai essere Sindaco Giuliano, certo sarà per lui difficilissimo. questi della Milano negra sono aggressivi, senza vergogna e rabbiosi (vi ricordate cosa facevano durante il Governo Prodi?) e sarà dura convivere con loro. e peggio ancora sarà se questi malviventi (nel senso che vivono male) si renderanno conto che proprio Milano, la tonta sgobbona, si è rotta le palle della loro triste messinscena.
Milano potrebbe davvero aver voglia di girar pagina, come la canzone degli Egokid fa sperare. anzi, forse dobbiamo invitare la gente a sperare di nuovo.
ricordamole con un po' di cinismo (a Milano dovrebbe piacere) che la speranza non costa niente. e sopratuto Berlusconi non lo può comprare.





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