martedì 1 giugno 2010

... MA PERCHE' CE MENANO?

Mi scrive un'amica da Zagabria: "In un paese dove durante il Gay Pride c'e' da stare attenti, dove la parola "peder" è un insulto, e durante Queer Zagreb fuori dal cinema stazionavano brutti ceffi nella speranza di menare qualcuno, dove il poster della manifestazione è stato imbrattato con insulti vari...
Arrivo un bel giorno in piazza con la mia biciclettina, e vedo... beh, ecco le foto.
Questo palo e' riservato al teatro/sala concerti Vatroslav Lisinski, praticamente un'istituzione della città, non dico la Scala ma quasi. E' l'unico in piazza, e da lì eccoti una bella suorina (magari per te un po' secca), con barba di un giorno. Non so se si vede dalla foto ma ti assicuro che la barba c'è. Misteri della Croazia... O saranno stati costretti ad adattare il poster del Metropolitan?"

La domanda ha una risposta che s'avviluppa come l'edera sulla vita. Non tanto per l'immagine della suora barbuta: avranno approfittato dell’immagine americana per dare una bottarella al senso comune. Ma perché l'hanno fatto? Nel teatro e nella cultura lavorino molti gay è noto, e immagino sappiano farsi voler bene. Ma perché molti gay lavorano nella cultura/comunicazione? Perché i gay sono "più sensibili"? Mais non, il mondo è pieno di gay burini. Semmai perché "la cultura" è il posto dove i gay (o non gay) sensibili possono difendersi. Ma come mai fuori dalla "cultura" c'è tanta paura, e al mondo c'è un sacco di gente che non vede l'ora di menare le mani contro quelli che amano le persone del proprio sesso?

Forse perché nel disegno della natura, l'amore omosessuale è una forma di perfezionamento (o anche ridimensionamento) del genere, anzi dei 2 generi. Ma troppi - e specialmente fuori dalla "cultura"- non sanno farci i conti, come il sorriso della suora dice.
Se ci sono tanti omofobi in giro, è perché hanno paura di stessi.
Per essere sicuri che il diverso resti sempre l'altro.

3 commenti:

  1. tanti sproloqui su un poster del le compte d'ory, dove l'omosessualità c'entra un cazzo, appunto

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  2. grazie per l'individuazione dell'opera. non capisco però il tono che usi. non stavo parlando della penetrazione anale cui grossolanamente ti riferisci ma della percezione sociale della cosiddetta omosessualità

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  3. Mah, piu' che sproloqui era un moto di sorpresa, che penso nessuno mi possa precludere.
    Cosi come a Paolo nessuno puo' precludere i commenti e le osservazioni che fa, no?
    Per quanto riguarda il manifesto, siccome non l'ho fatto io ma il grafico del Metropolitan, bisognerebbe chiedere a lui che cosa ci fa questo bel ragazzo (Juan Diego Florez, tenore protagonista dello spettacolo) vestito da suora sul manifesto di un opera che non c'entra un cazzo...

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