se ne parlava da anni, ed è pronto oggi, in campagna elettorale.
presentava carlo massarini (quello di mister fantasy, sì, gonfiato dalla pompa di bicicletta degli anni) e insieme a lui sul palco l'inguardabile sindaco di milano letizia moratti e alan christian rizzi, assessore allo sport e tempo libero a suo tempo "fortemente voluto" nella giunta locale da berlusconi. sotto il palco c'era red ronnie - pare sia il fotografo ufficiale del sindaco moratti - e scattava.
era orrendo. sembrava una festa da scuola media, con la moratti in gonna di leopardo e un'aria da imbranata che si commentava da sola. è poi arrivato annunciato dalla musica anche roberto formigoni, il presidente della regione lombardia, ma è rimasto tra il pubblico come una soubrette in disarmo, salvo ricevere un applauso da 25 persone su invito di massarini. come la claque di uno show televisivo.
poi è seguita drammatizzazione nello spazio della platea: un qualcosa di "teatro" fatto da ggiovani che ballavano vestiti da fricchettoni.
il pubblico? un mix di addetti ai lavori (molti di "sinistra") e tanti altri ggiovani col piercing e un fare alternativo che va bene solo per happy hour da sfigati.
non si è alzato - non dico un vaffanculo - ma neanche un fischio per questa giunta comunale che sta chiudendo con motivi vari, spesso pretestuosi tutti gli spazi musicali veri della città... una per tutti, la gloriosa casa 139.
io aspettavo un amico, per mia fortuna uomo molto valido e con lui ho poi cambiato stanza. ma prima che arrivasse ho pensato di urlare: io, solo come un cane o come un pazzo. ma non l'ho fatto. perché? perché ho pensato che se anche sono meglio conservato di massarini o red ronnie non se lo meritavano.
dovevano farlo i ggiovani presenti che invece ritiravano i loro ppremi di provincia.
ggiovani che non hanno vissuto gli anni imprevedibili e un po' sgangherati in cui sono cresciuto ma che si meritano pienamente questi anni di bugia e tradimento della dignità. dignità in cui e per cui sono stato cresciuto.
il commento del sindaco era a dir poco inconsistente, qualcosa tipo "...libri come questo ci aiutano a vivere in mondo difficile dove non capiamo cosa succede e dove stiamo andando".
te lo dico io dove stiamo andando: nella pattumiera della storia. altro che l'expo per cui avete già rubato tanti soldi. e se questi ggiovani non capiranno alla svelta che il loro presente e il loro futuro sono negati (e pagati con 4 carinerie da luna park... a loro basta un po' di vapore) nella pattumiera ci andremo inesorabilmente, ancora più velocemente.
non servirà loro nascondersi nella casetta che gli lasceranno i genitori (magari quella al mare o in montagna). li fregheranno tanti loro coetanei ben più volonterosi, che vengono dalla Cina, dall'Albania, dalla Tunisia o dalla Romania: fanno i lavori duri che qui nessuno vuole più fare. ma nessuno li premia. sono lì che lavorano nei ristoranti della zona paolo sarpi, ossia chinatown dove si trova la fabbrica del vapore.
questo della fabbrica del vapore non è stato un bel modo di sentirmi italiano o milanese. non è per questa Italia che sono cresciuto, ho lavorato duro, ho lottato. e prima di me, i miei genitori.
sul tram di ritorno ho parlato al telefono con un amico giapponese, gli ho chiesto come andava.
a lui, e a te che stai leggendo, dedico questa canzone di un grande artista italiano.
con una speranza: che si veda bene che noi italiani non siamo tutti uguali.