ma finalmente li abbiamo fregati, ed è successo QUI a Milano, e posso scriverne. la strategia della finzione (ottima sintesi!, non mia) è crollata. possiamo provare provare a (ri)costruire una Milano e un'Italia civile.
persone come Paola Giulietti e com.unico che hanno tenuto la barra (ho vergogna a scriverlo, conoscendo il pudore della mia amica de toda la vida). devo però farlo perché lo penso dai primi giorni della campagna, vedendo come faceva leva sulla profonda umanità e "imperfezione" di Giuliano (con quel dente un po' storto visibile, segno dell'uomo che ascolta e sa sorridere). e ho notato come in seguito non si accettava MAI la sfida al litigio (che avrebbe trasformato il tutto in una rissa da stadio), spostando l'asse tematico e valoriale sul vento (che fischia - ispira - libera l'aria a purifica E CAMBIA) o sulla forza gentile (Pisapia parolificato, per chiunque lo ha visto di persona).
in comunicazione il merito non è MAI solo del pubblicitario ma anche e prima di tutto del prodotto o servizio. in politica questo "prodotto" è lo spirito: per questo i pubblicitari attenti ai premi del festival di Cannes o di Paderno Dugnano con la politica non s'incontrano quasi mai. e la Giulietti invece sta bene nella mia galleria con Jacques Seguela (Mitterand) o i Saatchi (anche se per la Thatcher) o Shepard Fairey (per Obama) con le dovute distanze e differenze.
nel multimedia e nell'inquinamento d'informazione che ci circonda s'interpreta la società, si deve tenere la barra e si segnalano le vie di reazione ai 20 milioni di euo (!!!) della poco signora Mestizia Moratti. così in un mare di arancio e d'ironia decostruzionista (alimentata dai più giovani, a loro vogliamo lasciare tutto) sono per sempre finiti i concerti di Bryan Ferry (poveretto) che avevano come pubblico 4 ragazzine/i tamarri di Quarto Oggiaro che ballavano con le collanine fluo (comparse pagate) o l'invasione di volantinatori a Orticola che regalavano mele o rose (comparse pagate) o i finti zingari, insomma tutta la m umana di Berlusconia.
se qualcuno ha rimesso insieme la Milano che vale, in nome del vento (e del doppio arcobaleno)... GRAZIE. grazie Paola.
aneddoti.
* tensione pre-risultati. la mia amica Giusi che era tornata a Milano da Barcellona per votare passa da casa mia, ritira la t-shirt cult di Mangoni e mi porta a conoscere una sua amica che abita a 50 metri da me (!!!) che ospita un ragazzo libanese di passaggio che vive anche lui a Barcellona, Miguel chee parla un numero di lingue inimmaginabile. passiamo un'ora a parlare bene (e anche male) di Italia, Catalogna e Spagna, di politici e indignati, di occidente e mondo arabo che tanto diverso da noi NON è. miracolo arancione #1.
* sul tram 14 che ci portava a festeggiare in piazza Duomo lunedì 30 c'è una ragazza che sventola
* ore 19, sempre di lunedì. all'Arci Gay Andrea Pini presentava "Quando Eravamo Froci" un libro bellissimo sulle mutazioni dell'ignoranza e del pregiudizio verso gli amori non classificati che cataloghiamo soto la voce "omosessualità". insieme a lui c'erano Corrado Levi, Gianni Rossi Barilli, Giovanni Dall'Orto... per dare una mano ai giovani dell'Arci Gay e dell'Università Statale a riprendere la parola. quando il ragazzo che
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* al dibattito sono arrivato col tram 27 dove una signora un po' tonta parlava al telefonino a voce alta, confondendo - con chi parlava all'altro capo della linea - la parola "lezioni" con "elezioni". tutti ridevano della sua invadenza (urlava): ma anche in questo senso vedevo una bonarietà particolare tornare a Milano. la tipa era matta e chiassosa ma tutti ne ridevano. a un certo punto il tramviere parte a fischiettare "Bella ciao". incredibile. miracolo arancione #3.
* piazza Duomo dalle 17 in poi di lunedì 30 non si svuota mai, anzi. si riempie di continuo, solo scende di continuo l'età media dei partecipanti alla festa per Pisapia sindaco. tanta gente, di tutte le età e tutti i tipi, apparentemente estinti. quasi tutti molto educati e composti, insomma milanesi. dov'erano finiti, mi chiedo? forse è finita la farsa, si è rotto lo specchio menzognero. miracolo arancione #5.
* 0re 23.40 sul tram che ci riporta a casa troviamo due giovanissimi, e il maschietto chiede a Claudio se gli regala la trombetta. Claudio risponde NO, e l'altro "dai...". Claudio "NO". il ragazzino "perché?", e Claudio "se no la usi qui sul tram...". il ragazzino "cosa c'è di male, qui sono tutti addormentati e magari si svegliano...". la sorellina dà ragione a Claudio, spiega che il tipo è difficile da controllare, che lei ha 14 anni (!!!) ma lui solo 10, poi va avanti a spiegare che la gente va svegliata parlando, non suonando le trombe. che lei ama il modo, parla già 7 lingue (mi ricordo rumeno, rom, italiano, spagnolo, inglese e indiano). le chiedo "...indiano? e perché?" mi risponde "non lo so, piace, mi interessa, è magico ma posso impararlo solo vedendo i film registrati perché qui si parla poco. appena sale uno che sembra indiano sul tram provo a parlare". in quel momento sale un signore di colore e lei si rivolge a lui in inglese, come a dimostrarlo, ma lui scostante rifiuta e lei continua in spagnolo. lui risponde sorridendo: è di Cuba, lavora all'università e insegna non so che. lei "ah Cuba, el mar... que bonito.. que lindo!!!"
scendo dal tram augurandole "suerte" con il gimme five, buona fortuna soprattutto col fratellino a cui regaliamo finalmente il clacson portatile. è ZINGAROPOLI davvero, ed è il futuro. se i nostri adolescenti non si svegliano, questi hanno il mondo in mano. miracolo arancione #6.
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* mi sveglio il mattino dopo, non mi sento più in un posto estraneo. miracolo arancione #7.
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